Ci sono libri che scivolano sulle dita quasi indifferenti e libri che trasudano emozioni dalla prima all’ultima pagina, lasciando nell’anima traccia indelebile del loro passaggio. “Credevo bastasse amare“, romanzo-verità che segna l’esordio di Alessio Masciulli, appartiene a questa seconda categoria. E’ la storia, reale, di un amore spezzato da una tragica fatalità e del faticoso percorso intrapreso dall’autore verso la riconquista di una serenità interiore. La storia comincia qua, su una piazza di questa città ai confini del mare. Pescara. Una sera di giugno 2006.
Scrive Alessio, mette nero su bianco il dolore, l’incredulità e la disperazione, tre demoni che hanno popolato le sue notti insonni dal giorno in cui la folle corsa di un’auto lanciata a tutta velocità mette fine alla vita di Silvia e alla loro storia d’amore. Scrive Alessio, e affida a queste pagine i momenti più belli degli undici anni vissuti accanto alla sua principessa. E la tenerezza del ricordo si accompagna all’amara constatazione di un percorso da compiere ormai in solitudine, in una realtà dove tutto parla di lei, ma dove lei, fisicamente, non c’è più. Ma quale domani? Non ci sarebbe stato più un domani.
Scorrono lente le giornate, tutte uguali, come un giradischi rotto che non è più in grado di diffondere la melodia. I pensieri fluttuano in un’immobilità irreale e conducono nel limbo oscuro del rimorso per non aver potuto evitare l’epilogo di quelle ore terribili e, soprattutto, per non aver dimostrato a Silvia, in ogni momento, tutto l’amore che meritava. Poi, come sempre accade, la vita torna ad irrompere in tutta la sua contraddittoria bellezza. E il pezzo di quel delicato ingranaggio, che si pensava arrugginito per sempre, torna inspiegabilmente a splendere di nuova linfa, permettendo alla giostra della vita di ripartire con i suoi giri. Torna a battere di antiche emozioni il cuore di Alessio, questa volta per una nuova lei. No, non sarà la donna della sua vita. Ma poco importa, ormai. Il cammino verso l’alba di una nuova consapevolezza non ha più curve tortuose e tunnel bui, ma si dispiega davanti agli occhi come un sentiero lineare. La vita è speranza, è superare ostacoli, la vita è morire e rinascere nello stesso istante, la vita è poesia…
Anche il dolore si trasforma e, da oppressione capace di togliere il fiato, diventa un malinconico compagno di viaggio, leggero come il battito d’ali di una farfalla sospinta dal vento dei ricordi. Ricordi che non fanno male, questa volta, ma portano in dono una grande lezione di vita: l’importanza di non dare mai nulla di scontato. L’importanza di dimostrare il proprio amore, sempre.
La vita è perdono, la vita è bontà, io credevo che bastasse solo amare, invece bisogna manifestarlo sempre (…) Questa storia finisce qua, su questa spiaggia ai confini del mare, ai confini di un sogno, in un giorno di sole, in un giorno nuovo e pieno d’amore. Tra amici veri e sinceri, tra il suono delle onde e il profumo dei ricordi. Quei ricordi che ora non fanno più male, quei ricordi che porteremo sempre nel cuore.
Alessio Masciulli nasce a Pescara il 30 maggio 1978 e vive a Catignano, paese del pescarese. Il romanzo “Credevo bastasse amare” è la sua prima opera letteraria, seguita da una raccolta di poesie dal titolo “Favole sotto le stelle”.
Autore: Alessio Masciulli
Titolo: Credevo bastasse amare
Editore: Falco
Anno di pubblicazione: 2008
Prezzo: 15 euro
Pagine: 199
* Diritti dell’articolo attribuiti a Valeria Nevadini