Leggendo “La Zolfa” (Il Maestrale, 2009), ripensavo le lunghe letture sulla storia della cultura popolare, del teatro di strada, dei cantastorie. L’antica tradizione degli affabulatori, che girando per mercati e fiere, sin dal più profondo medioevo, ha tramandato storie, leggende e tradizioni, sale lungo i tortuosi meandri della storia – rigorosamente minuscola – incrociando Rabelais e Ruzante, Goldoni e Moliere.
E ancora il formaggio, i vermi, pescatori, pirati, briganti, e giunge fino a questo libello, opuscolo ambizioso, che si vanta di tanta tradizione.
Ora, che la lettura è conclusa, non posso che dire che ne ha ben donde ! Che avventura, che coraggio, che epica!L’intera narrazione ti avvolge in una suspence irresistibile, condita dalla verve comica dell’autore, per cui non ti distrai se non per i pochi istanti necessari a stappare una birra o a svolgere innominabili funzioni corporali (ma che qui paiono ovvie come in un film di Sordi).
L’autore, ignoto alieno giunto tra noi per ricordarci da dove veniamo, ci riporta in una terra antica, dove i codici d’onore sono appunto tali (a meno che non debbano essere poi infranti ogni qual volta sia conveniente farlo), dove gli uomini sono uomini e le donne… lasciamo stare. Heman Zed fa suoi gli stilemi di un mondo perduto, distrutto da telefonini, politica centralizzata, televisione, turismo intercontinentale (ma che ci vanno a fare i ragazzini di Casalpusterlengo in Thailandia al confine con il Laos?).
Nessuno guarda più le proprie scarpe. Nessuno si preoccupa di quanto è stronzo.
L’epopea di San Pinerlo, del cavalier Pistone, del suo portinaio Sulfo IV detto lo stronzo, e degli abitanti de La Zolfa tutti, rimarrà nella storia oscura di questo paese di merda. Dimenticata da tutti gli annali della letteratura ufficiale, “La Zolfa” sarà ricordata come momento topico della sua storia nascosta, fatta di libri dimenticati, di eretici bruciati, di anarchici ammazzati e di poveri cristi depredati.
“La Zolfa” è rivolta, furto, rapina.
“La Zolfa” si riprende quello che era suo.
“La Zolfa” è avventura, epopea, sesso, amore, armi, duelli, e morte.
“La Zolfa” sono i sogni della gente stupida, dei vecchi ubriachi al bar, con la cirrosi e l’alzhaimer dopo una vita in fabbrica e i figli che chissà dove sono.
Heman Zed, l’alieno sceso tra noi, ci racconta le storie che gli hanno sussurrato dopo il secondo (terzo, e chi lo sa ?) bottiglione di Merlot. La storia di un killer innamorato, di una sgualdrina tutta fatta a modo suo, di una contessa …. come dire? non molto nobile? e tante altre crepe della Storia maiuscola tuttadunpezzo (e tuttattaccato, alla faccia anche della grammatica).
Non me la sento di fare il critico serio a proposito di questo libro. Non che non lo si possa fare, attenzione. Come ho detto il background del testo è immenso e un analisi testuale porterebbe alla luce i moltissimi riferimenti sottesi nel testo. Però non sarebbe corretto, “La Zolfa” ed i suoi eroi non se lo meritano. Non si troverebbero a loro agio, come invece in una puntata di “Alan Ford ed il gruppo TNT“.
Vorrei soffermarmi su un solo elemento che appare sull’orizzonte della critica, forse lontano, forse culturalmente non così diretto, ma con un’analisi dei personaggi che mi sembra estremamente simile, ed è Luis Buñuel. La distruttiva analisi della piccola borghesia che il regista attua in molti dei suoi film migliori (“Bella di Giorno“, “Diario di una Cameriera“, “Il fascino discreto della borghesia“, “L’angelo Sterminatore“, “Viridiana“) ha molto in comune con la feroce critica sociale delle convenzioni del nostro tempo che si ritrova ne “La Zolfa“, e i personaggi sono altrettanto stereotipati di quelli del regista. Pure maschere allucinate, zombi deliranti che sopravvivono alla fine di un tempo senza riuscire ad entrare nel futuro. Tutti Simon del deserto i personaggi de “La Zolfa” sono destinati a morire uno ad uno, per lasciare il passo a telefonini, televisione e viaggi di nozze in crociera, ed è ben sapendo questo, che decidono di fare la Rivoluzione, che – come si sa – “non è un pranzo di gala”.
Heman Zed è – ovviamente – uno pseudonimo. L’autore vive a Padova. Ha già pubblicato un volume intitolato “La cortina di Marzapane“, che ha trovato un ampio riscontro di critica, e sta per pubblicare il suo nuovo romanzo, sempre per l’editore Il maestrale, intitolato “Dreams & Drums“.
Autore: Heman Zed
Titolo: La zolfa
Editore: Il maestrale
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 15 euro
Pagine: 224