Nei libri come nella vita reale, spesso il destino si decide nei luoghi più insospettabili: è così per “La cena” (Neri Pozza 2010) di Herman Koch, intelligente e drammatica riflessione sul rapporto tra genitori e figli.
Il libro è diventato un caso letterario in Olanda, dove ha venduto più di 250mila copie in pochi mesi.
In un ristorante di lusso, tra cibi pregiati e tintinnii di bicchieri, si incontrano due coppie: la voce narrante Paul, il fratello Serge, candidato a primo ministro olandese, e le rispettive mogli, Claire e Babette. Sembra una serata come tutte le altre, dove l’unica preoccupazione è sopportare il cameriere troppo zelante o non sentire i morsi della fame davanti a pietanze chic in porzioni minuscole. Eppure, dietro alle maschere di composta cordialità, dietro agli orecchini e al trucco delle mogli e alla sicurezza di Serge, si svolge un silenzioso dramma contemporaneo. Perché i figli delle due coppie, Michael e Rick, qualche giorno prima hanno dato fuoco a una senzatetto all’interno di uno sportello Bancomat. Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso la scena e Paul ha riconosciuto il figlio Michael nelle immagini diffuse al telegiornale.
Non è un caso che sia proprio la voce maschile del padre di Michael a raccontare la storia di una famiglia come tante altre, forse più ricca di molte altre, e di un figlio tranquillo, sportivo, con buone amicizie e persino bravo a scuola, che in una notte forse troppo noiosa arriva a sfogarsi su chi è molto più debole. Si capisce il motivo del successo di Koch: nel rapporto tra padre e figlio, e anche tra madre e figlio, nel tentativo disperato di difenderlo contro tutti e ad ogni costo, anche andando contro la legge, ogni lettore è portato a farsi la solita domanda, minuscola ed enorme: “cosa farei io al suo posto?”. Prendendo spunto da fatti di cronaca che si ripetono ormai di frequente, Koch toglie i veli su un mondo di famiglie perfette e figli perfetti, dove ogni dramma può sempre capitare agli altri ma mai a noi, e dove siamo tutti convinti di essere diversi quando in realtà ci riveliamo essere molto simili.
L’autore non dà giudizi. Ma il suo romanzo è un pugno nello stomaco: niente figli drogati, situazioni limite, periferie misere di grandi metropoli. Qui i ragazzi sono biondi e belli, girano in bicicletta, hanno un rapporto sereno con i genitori. Per questo il suo libro è ancora più duro e difficile da digerire. Unica nota stonata, una presunta malattia mentale di Paul, che potrebbe aver trasmesso un’inclinazione alla violenza anche al figlio Michael. Forse nemmeno Koch riusciva ad accettare che in realtà dei ragazzi perbene possano uccidere senza motivo.
Herman Koch (1953) è noto come autore televisivo, giornalista e romanziere. Ha scritto “Red ons, Maria Montanelli” (1989), “Eten met Emma” (2000), “Odessa Star” (2003), e “Denken aan Bruce Kennedy” (2005). Uscito in Olanda nel gennaio 2009, “La cena” è diventato la sorpresa editoriale dell’anno. Vincitore del Premio Pubblico 2009, il romanzo è è in via di pubblicazione in undici Paesi, tra cui Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti.
Autore: Herman Koch
Titolo: La cena
Editore: Neri Pozza
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 16 euro
Pagine: 286