Ci si dispone a leggere l’ultimo libro di Renato Brunetta, “Sud. Un sogno possibile” (Donzelli, 2009) con le migliori intenzioni. Merito anche dell’autore che evidenzia in apertura le mancanze dell’assetto politico.
“Ogni libro sull’arretratezza del nostro Sud dovrebbe essere l’ultimo. Questo, invece, è il mio secondo, e ciò segnala un evidente fallimento della politica”. Con queste parole il Ministro lascia intendere che le soluzioni esistono già, pronte su carta, e che il fallimento non è imputabile alla loro imperfezione, ma solo alla politica.
Anche il tono dello scritto è rassicurante: dall’affettuoso “nostro” Sud citato, al “niente paura. Quella che segue non è l’ennesima ricostruzione storica della questione meridionale”. Nonostante si metta poi a fare proprio la ricostruzione storica, fino alla fine del primo capitolo.
Ci si sforza di leggere pensando al Brunetta docente di economia e non al ministro dell’attuale governo, per preservare la scientificità della trattazione dal rischio della propaganda politica (in ciò giova la mole delle cifre e delle citazioni puntuali). Ma è proprio l’autore a sovrapporre i piani, in passaggi come: “sappiamo tutti però quali dimensioni il problema rifiuti ha assunto e può assumere in specifiche realtà. In casi come questi, politiche dirette ed efficaci di «aggressione» del fenomeno possono fare la differenza, come si è visto nel caso di Napoli, brillantemente risolto da questo governo”. Più di una caduta di stile, siamo di fronte ad un’affermazione che mina la credibilità di tutto ciò che è detto nel libro: perché oltre alla partigianeria (dichiarata ma onesta) resta il fatto che chiunque conosca la situazione dei rifiuti a Napoli sa bene che il problema è tutt’altro che risolto, tanto meno “brillantemente”.
Considerazione che finisce per permeare tutta la lettura successiva. A proposito dei “beni relazionali”, cui l’autore si è dedicato anche in opere precedenti, quei “sistemi di relazioni con chiari effetti economici” (di cui dà un esempio chiarificante: “l’organizzazione della giustizia, con i suoi operatori, le sue regole, le sue infrastrutture, è un bene pubblico; la consapevolezza e la fiducia che rispettare le regole migliora e qualifica la convivenza civile è un bene relazionale”), viene da pensare che sia tutto molto bello. Ma in fondo non è così.
Insomma, il libro è certo un’occasione per riflettere “ancora una volta” sui problemi del Sud, ma le proposte appaiono fragili e tutto sommato deludenti. Molte le ovvietà e le buone intenzioni (Pubblica Amministrazione trasparente ed efficiente; lotta al lavoro nero, alla corruzione e alla criminalità, in specie quella organizzata; esigenza di ripristinare la legalità e la fiducia – in primo luogo economica – che ne consegue).
La consueta cura editoriale della Donzelli, con i richiami analitici all’argomento trattato, al margine della pagina, è qui francamente sprecata.
Renato Brunetta è professore ordinario di Economia del lavoro presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Nel 1999 è stato eletto al Parlamento europeo, e dal 2008 è ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione del governo Berlusconi.
Autore: Renato Brunetta
Titolo: Sud. Un sogno possibile
Editore: Donzelli
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 16 euro
Pagine: 201