Guardare all’Italia di un decennio difficile con un punto di vista molto particolare, quello dei documenti statunitensi, per scoprire cosa pensavano e soprattutto temevano gli americani del loro alleato. Ne “L’Italia sospesa“ (Einaudi, 2009) Umberto Gentiloni Silveri “osserva così da Washington” la crisi degli anni ’70 che furono da un focus internazionale anni di ridefinizione di schemi e logiche. E ancora furono anni di cesura “segnando il tramonto di uno schema di riferimento e la difficile e irrisolta ricerca di nuovi equilibri”.
Furono anni in cui “Il vecchio convive con il nuovo, l’eredità dell’uno con le irrequietezze dell’altro.” Ma cosa ne pensavano gli Stati Uniti di noi, cosa emerge dai documenti e dossier dei diversi centri di potere americani dei problemi italiani e della drammatica “litigiosità” politica e sociale nostrana?
In Italia gli anni Settanta furono un decennio terribile, drammaticamente aperti dalla strage di piazza fontana del dicembre 1969 e tragicamente chiusi col duro e dolorosissimo colpo al cuore dello Stato dell’omicidio di Aldo Moro dopo 55 lunghissimi giorni di prigionia. Ma in Italia quel periodo fu anche di crisi economica e di crisi politica risultante dall’instabilità ciclica dei governi (se ne videro oltre dieci nell’arco di due lustri) in cui dal lento esaurirsi dell’esperienza del centro sinistra si passò a intravedere ipotesi nuove, temute e malviste oltreoceano, derivanti dal “compromesso storico”. Per i centri di potere americani “negli anni Settanta l’Italia è a rischio in quanto potrebbe annoverare i comunisti tra le forze di governo e aprire un pericoloso precedente, incrinando certezze e compatibilità nel fianco Sud della Nato.” “Gli Usa temono l’ignoto, l’attraversamento di un ponte verso confini sconosciuti, la deriva incontrollabile che attende il sistema politico italiano; sono mossi da una priorità: mantenere, consolidare, congelare per stabilizzare un contesto pericoloso”.
Ne “l’Italia Sospesa” quello che viene alla luce dallo studio dei documenti statunitensi è che spesso si tratta di analisi superficiali e scontate, come se oltreoceano non si comprendesse a fondo la specificità del panorama italiano: dai giudizi statunitensi emerge spesso l’impossibilità di guardare a quel panorama senza scivolare nelle semplicistiche logiche proprie del bipolarismo. Da ciò scaturisce una vera e propria ossessione per l’avvicinamento del Pci di Berlinguer, “osservato speciale”, alla “stanza dei bottoni”. Traspaiono chiaramente un senso di paura e allarmismo : per la super potenza americana gli equilibri interni del nostro Paese divengono un barometro per misurare l’affidabilità e la lealtà dell’Italia come alleato.
Comunismo e anticomunismo sono quindi nelle analisi statunitensi la “coppia dialettica di riferimento per misurare vicinanze, lontananze e lealtà” ed è per questo che oltreoceano si auspica ancora un anacronistico ritorno al centrismo attraverso uomini di fiducia che incarnino un “nuovo De Gasperi” per risolvere la crisi e allontanare definitivamente lo spettro di una partecipazione comunista al governo di un Paese Nato.
Ma per Umberto Gentiloni Silveri “le lenti con cui si osserva la vicenda italiana da Washington si confermano inadatte, viziate da limiti antichi e nuove contraddizioni, figlie delle logiche di un bipolarismo post bellico che sta lentamente ridefinendo le proprie regole.”
Umberto Gentiloni Silveri insegna Storia contemporanea e Storia internazionale all’Università degli studi di Teramo. Tra le sue pubblicazioni: “L’Italia e la nuova frontiera. Stati Uniti e centro-sinistra 1958-1965” (il Mulino, Bologna 1998); “Conservatori senza partito. Un tentativo fallito nell’Italia giolittiana” (Studium, Roma 1999); (con Maddalena Carli) “Bombardare Roma. Gli Alleati e la città aperta (1940-1944)”(il mulino, Bologna 2007); “Sistema politico e contesto internazionale nell’Italia repubblicana” (Carocci, Roma 2008). Presidente dell’Irsifar, Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza.
Autore: Umberto Gentiloni Silveri
Titolo : L’Italia sospesa. La crisi degli anni Settanta vista da Washington
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 28 euro
Pagine: 238