Un racconto emozionante e a tratti struggente quello di Francesca Caminoli autrice del nuovo romanzo “Viaggio in requiem” (Jaca Book, 2010). Un diario che raccoglie minuziosamente le annotazioni di un percorso fisico e al tempo stesso interiore da lei fatto, alla riscoperta di quei luoghi che hanno segnato profondamente la vita del figlio Guido suicidatosi nel 2004. Quello compiuto dalla Caminoli è un viaggio assolutamente inaspettato, mai immaginato.
Nato per caso dalla forte esigenza di comprendere il proprio dolore, ripercorrendo esattamente lo stesso itinerario percorso dal figlio un anno prima.
Era esattamente il 2005 quando l’autrice decise, quasi in modo inconsapevole, di allontanarsi da tutto per rimanere sola con se stessa e sentire quanto mai vicina, ancora una volta, la presenza del figlio, sperando di trovare delle risposte. Intraprende così quel viaggio, rapita dall’assoluta necessità di visitare quei luoghi nel quale il figlio era stato, un percorso che la porta da Lucca a Otranto sulle tracce dei ricordi.
Nessun calcolo, non sapeva che avrebbe mai preso quella penna in mano per incominciare a scrivere ma fu esattamente questo ciò che accadde la prima sera in cui il suo viaggio ebbe inizio. Sola con se stessa e con il suo dolore, in una camera d’albergo, incominciò a scrivere lasciando semplicemente che le proprie emozioni uscissero fuori, senza trattenere nulla dentro di sé: nessuna parola soffocata, nemmeno il pianto, e in pochi istanti si ritrovò a dialogare intensamente con il figlio scomparso come se lo avesse ancora accanto, instaurando con un lui un legame ancor più diretto e profondo di quanto non lo fosse mai stato.
Rivive sensazioni, emozioni, scrive ogni genere di pensiero, anche il più piccolo, per non dimenticare mai nulla, per condividere con lui ogni cosa, ogni domanda, ogni perché. Guido è lì con lei, le è vicino, l’ascolta ed è questo ciò che rende il loro legame indissolubile al di là di ogni cosa ed è da questo che l’autrice attinge la sua forza e trae il suo conforto, alla continua ricerca di una pace interiore che vuole disperatamente trovare.
Durante il suo viaggio, durato 17 giorni, l’autrice non perde mai occasione per trascrivere ogni cosa fatta, ogni luogo visto e vissuto, annotando tutto nei particolari solo per paura che i ricordi e le emozioni possano perdersi per sempre. Le atmosfere che si creano durante il racconto sono altamente suggestive, di grande commozione e suggeriscono al tempo stesso anche numerosi spunti di riflessione.
L’obiettivo della Caminoli è quello di mantenere vivo e indelebile il ricordo del figlio Guido anche in coloro che non lo hanno mai conosciuto, un rendergli onore raccontandone il vissuto con la tenerezza e la sensibilità che solo una madre può avere e lo fa in modo spontaneo, mettendo a nudo se stessa e l’anima profonda del figlio nel tentativo di elaborare un lutto difficile da sopportare ma soprattutto inaccettabile, che lascia segni profondi nella propria vita.
Con le sue parole l’autrice guarda in faccia la morte senza averne mai paura, affrontando temi e descrivendo situazioni che spesso molti, per indifferenza o semplice paura, non considerano rivolgendo altrove la propria attenzione. Un tentativo il suo per crescere insieme a chi con lei vuole condividerne il dolore, andando al di là della pura apparenza, alla riscoperta dei veri valori, quelli autentici e profondi; un’intensa riflessione sulla vita, sul dolore e sul modo in cui imparare a superarlo o quantomeno a conviverci senza sentirsi da questo soffocati.
Un libro scritto con grande sensibilità e amore, un diario che riflette il cuore di una madre mettendo sempre al centro di tutto la figura e la personalità indimenticabile di un ragazzo, Guido, che ha segnato la vita di molti, rimanendone fermamente ancorato nei pensieri e nei ricordi.
Francesca Caminoli nasce a Lecco nel 1948. Giornalista professionista, ha lavorato a Milano in diversi quotidiani e periodici fino al 1982, anno in cui decide di trasferirsi definitivamente a Lucca. E’ l’ideatrice di un giornale in Nicaragua, realizzato con i ragazzi di strada del progetto “Los Quinchos”, con il quale collabora. Nel 1999 ha pubblicato “Il giorno di Bajram” (Jaca Book Edizioni), selezionato per il Premio Viareggio e il Premio Città dei Lettori; il libro è stato inoltre tradotto in serbo da Jasmina Tesanović per la casa editrice Feministićka di Belgrado. Nel 2003 ha pubblicato invece “La neve di Ahmed”, (Jaca Book Edizioni) ripubblicato successivamente nel 2006 da Mondadori.
Autore: Francesca Caminoli
Titolo: Viaggio in requiem
Editore: Jaca Book
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 12 euro
Pagine: 117
vi ringrazio, in particolare Ghita Montalto, per l’attenta recensione.Un saluto Francesca Caminoli