Stéphanie Janicot in “100 romanzi di primo soccorso per curare (quasi) tutto” (Corbaccio 2009) crede nel ruolo salvifico della letteratura. Premettendo che, con questo libro, non risolverà i problemi del lettore.
Ma lo aiuterà a ridimensionarli proprio leggendo le tristi storie altrui. È il caso, per esempio, de “La mia infanzia” di Maksim Gor’kij: se siamo convinti di aver avuto un’infanzia difficile, non ci resta che ricrederci, visto che lo scrittore russo ne ha avuta una d’inferno ma è riuscito a venirne fuori.
Se pensiamo che la sfortuna ci perseguiti, basta dare un’occhiata alla letterature dell’Europa dell’Est (Kafka, Kundera), dove i personaggi sono vittime di ingiustizie gratuite, per sentirci di colpo rinfrancati e appagati dalla normalità della nostra esistenza.
Famiglia, personalità, amore, lavoro, salute: l’autrice ha una soluzione per (quasi) tutto. Una delle conclusioni più felici alla quale giunge in materia amorosa riguarda il tradimento e il racconto lungo di Simone de Beauvoir “Una donna spezzata“: se vostro marito vi tradisce, care donne, analizzate la consapevolezza che avete di voi stesse e mettete fine alle umiliazioni, anche se ciò significa rinunciare all’immagine tradizionale di madre e moglie. Per qualunque tipo di problema di coppia, la soluzione è la lettura di “Anna Karenina” di Tolstoj, che è “come l’aspirina: buono per tutto“!
Sapevate che anche la scrittrice dark Amélie Nothomb è stata vittima del mobbing? È successo quando era molto giovane ed era assunta in una società giapponese. L’esperienza è narrata in “Stupore e tremori“: osteggiata dal suo capo, subisce un’umiliazione dopo l’altra fino a ritrovarsi a pulire i bagni. Morale: accettare una prima vessazione comporta il rischio di subirne altre peggiori per poi ritrovarsi schiacciati.
Se il vostro problema è l’insonnia, non esiste scrittore migliore, secondo l’autrice, di Gertrude Stein per piombare in un sonno profondo (e qualsiasi suo libro funziona!). Se invece non avete voglia di fare nulla, come non pensare a “Oblomov“, l’antieroe di Gončarov, simbolo di un atteggiamento filosofico di fronte all’assurdità della vita, che rinuncia all’amore di una donna e spreca un’esistenza che sarebbe potuta essere di successo.
“I romanzi sono una finestra sulle esperienze altrui“, sostiene Stéphanie Janicot e, secondo un recente studio americano, leggere una storia è proprio come viverla davvero, in quanto nel cervello si attivano le stesse aree che si metterebbero in moto se ci trovassimo realmente nella situazione descritta. Quale modo migliore, quindi, di acquisire esperienza perdendosi nella narrazione di un romanzo e riuscire a “curare (quasi) tutto”?
Stéphanie Janicot è nata a Rennes nel 1967. Di formazione giuridica, diventa poi giornalista e scrittrice . Nel 2004 ha fondato la rivista Muze di cui cura le pagine letterarie. 100 romanzi di primo soccorso per curare (quasi) tutto è la sua dodicesima fatica letteraria.
Autore: Stéphanie Janicot
Titolo: 100 romanzi di primo soccorso per curare (quasi) tutto
Editore: Corbaccio
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 15,60 euro
Pagine: 208