A sette anni dall’uscita del film, ecco la sceneggiatura de “L’uomo senza passato“ (Iperborea, 2009) del regista, sceneggiatore e produttore cinematografico finlandese Aki Kaurismaki. Dalla seconda opera della “Trilogia dei perdenti“, la storia di una vita che ha inizio dall’oblìo di un passato per nulla edificante, reso cosciente dallo smarrimento del presente e dall’amore di una donna.
Non capita spesso di avere tra le mani la sceneggiatura di un film. Si è soliti fruire del prodotto finito o, nel caso, di leggere il libro dal quale la pellicola è tratta. Leggere una sceneggiatura è un esercizio di prospettive e di concettualizzazioni, un processo di continua immaginazione, dove il lettore è chiamato a colmare spazi e tempi, sostituendosi, per una volta, alla grande macchina del cinema e al suo racconto per immagini.
Iperborea, casa editrice specializzata nella letteratura nord europea, si distingue per il suo formato elegante e originale. Con questa pubblicazione restituisce al pubblico della carta stampata non solo l’opera di un apprezzato regista, ma anche lo sguardo privo di pietas e la delicata narrazione di un autore, che ha saputo leggere e restituire senza retorica ed enfasi le contraddizioni della modernità e i problemi della società finlandese.
A partire da uno spunto non proprio originale, come quello della perdita della memoria, Kaurismaki mette sul piatto l’inconsistenza e la fragilità dell’esistenza, le beffe di un destino imprevedibile, che nel suo accanirsi sugli ultimi, è capace di scovare e di rivelare una verità che si nasconde nel dramma. Un uomo, dopo essere arrivato ad Helsinki, viene aggredito e pestato a sangue da un gruppo di balordi, nei giardini nei dintorni della stazione. Dopo essere stato soccorso e curato in ospedale, fugge e si rifugia in una baraccopoli di container vicino al porto. Qui, al risveglio, non ricorda nulla del suo passato, neppure il nome. Per lui ha inizio una nuova vita, grazie alla solidarietà di quei personaggi stravaganti e di buon cuore, le cui vite ruotano attorno a quel microcosmo di emarginati. Solo quando il passato si presenterà sotto le vecchie vesti, capirà allora che il presente gli ha donato una nuova vita.
“L’uomo senza passato“ è una storia di speranza e di riscatto. Il riscatto di un uomo che non passa attraverso la lotta per i propri diritti o la conquista del successo – come buona parte della letteratura e del cinema hanno raccontato – ma nella perdita della propria identità. L’amnesia del protagonista simboleggia lo spirito e la contraddizione della società moderna, che ha bisogno di dimenticare per andare avanti e per riscoprire se stessa.
Kaurismaki confida che la speranza, nonché la parte buona di questo mondo, si trovi ai margini, tra gli umili e i diseredati, “Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi”, come cantava Fabrizio De André. Dall’incontro e dalla condivisione dell’amore verso il prossimo, dalla riscoperta di valori puri, nascerà un uomo nuovo.
Aki Kaurismaki nato a Orimattila, in Finlandia, il 4 aprile 1957, coltiva la passione per il cinema fin dai tempi dell’infanzia e la condivide con il fratello Mika, anche lui regista. S’impone all’attenzione della critica internazionale con la sua trilogia “proletaria”, che comprende i film “Ombre nel paradiso” (1986), “Ariel” (1988) e “La fiammiferaia” (1989). Durante la sua carriera ha ricevuto numerosi e prestigiosi riconoscimenti. Nel 2002, al Festival di Cannes, il film “L’uomo senza passato” si aggiudica il Gran Premio della Giuria e quello della Giuria Ecumenica.
Autore: Aki Kaurismaki
Titolo: L’uomo senza passato
Editore: Iperborea
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 12,50 euro
Pagine: 138