C’erano una volta i gialli e i romanzi storici: da un po’ di tempo sono comuni le mescolanze tra i due generi (e non solo quelle), e ci sono tanti gialli che sono anche romanzi storici, ambientati in epoche più o meno lontane, dall’antica Roma al Medio Evo all’epoca vittoriana. A questo genere misto appartiene di diritto “Il sangue dello scorpione” (Piemme, 2006) di Massimo Marcotullio.
L’ambientazione che sceglie l’autore è comunque insolita, sia per i gialli storici che per i romanzi storici tout court: la Roma seicentesca, fastosa ed infida, temibile e bellissima, che fa da sfondo ad una serie di omicidi efferrati che colpiscono gesuiti, ad opera di un misterioso ed inafferrabile killer che si fa chiamare lo Scorpione. Una Roma ricostruita nei dettagli, vera e propria coprotagonista di un intrigo giallo tutt’altro che scontato e banale.
Si tranquillizzi chi pensa di trovarsi di fronte ad un clone de Il Codice da Vinci o di Angeli e demoni: la vicenda è ben diversa, e non solo in termini di epoca, la verosimiglianza storica non è mai sacrificata a teorie stravaganti, per raccontare una storia basata anche su fatti veramente accaduti, ma romanzata come faceva Alexandre Dumas padre, un intrigo ben costruito che coinvolge i due grandi poteri dell’inizio dell’era moderna, la Chiesa e le crescenti potenze europee.
Gli eroi di questa vicenda sono abbastanza insoliti: il protagonista, detective suo malgrado, è Giovanni Battista Sacchi detto il Fulminacci, uno dei tanti pittori impegnati a dipingere la gloria dei Papi, e verrà aiutato da Beatrice, cartomante ed indovina in odore di stregoneria, dal vescovo di Simara e da padre Athanasius Kircher, astronomo e scienziato, figura realmente esistita, che in gioventù aveva avuto modo di conoscere lo Scorpione.
Il sangue dello scorpione è un thriller, una ricostruzione di intrighi e misteri d’epoca, la storia di una vendetta, una storia d’amore e un viaggio in un tempo perduto, in una Roma che nulla ha da invidiare ad altre città diventate protagoniste di intrecci simili. Tra colpi di scena, riferimenti storici e vari intrecci, la vicenda riesce a tenere desta l’attenzione del lettore per tutta la durata del libro, che non è sottile, 575 pagine.
Non sono mancate nuove avventure di Beatrice e Fulminacci, ne Il fabbricante di fuoco e I custodi del tempio, ambientati tra Oriente ed Occidente, e successivi a Il sangue dello scorpione, che ci presenta i personaggi e il mondo in cui vivranno le loro indagini di eroi per caso.
Massimo Marcotullio è nato e vive a Pavia. Autore dai molteplici interessi, ha disegnato fumetti, suonato come strumentista in un gruppo di musica popolare e diretto un teatro lirico. Ha scritto numerosi racconti, pubblicati in Germania all’interno di varie antologie, Dolce Vita, Bella Italia (1998), Killing him softly (1999), Pur (2000). Ha al suo attivo due romanzi gialli, La morte e il salumiere e Il corpo del mondo. Per Piemme ha pubblicato Il sangue dello Scorpione e Il fabbricante del fuoco, tradotti anche all’estero.
Autore: Massimo Marcotullio
Titolo: Il sangue dello scorpione
Editore: Piemme
Anno di pubblicazione: 2006
Prezzo: 22 euro
Pagine: 576