Il sottotitolo parla chiaro: è “la più incredibile storia italiana: la vita vera di Silvio Berlusconi” quella che Paolo Guzzanti intende raccontarci nel suo tagliente “Guzzanti vs Berlusconi” (Aliberti, 2009). Il corposo volume del “berlusconiano apostata” si va ad aggiungere alla già nutrita schiera di pamphlets, indagini, inchieste, requisitorie, che, dalle più varie prospettive, cercano di gettar luce sulla figura senz’altro più discussa del panorama politico italiano dell’ultimo ventennio.
Sulla sua capacità di creare consenso, suscitare odi e passioni altrettanto ardenti.
L’occasione è fornita, nel giugno 2000, dallo stesso Cavaliere. Colpito dalla lettura dell’autobiografia di Lee Iacocca, il manager statunitense salvatore della Chrysler, Berlusconi contatta Guzzanti per proporgli di aiutarlo a scrivere, su quella falsariga, la storia della sua vita. In un paio di giorni trascorsi in un’ancora insospettabile Villa Certosa, Guzzanti registra, narrate dalla viva voce del Cavaliere, alcune ore di un racconto “a metà strada fra il libro Cuore di De Amicis e un cortometraggio pubblicitario“. Una storia che brilla per il lucido eroismo superomistico di cui il narratore ammanta ogni singola vicenda: “eroismi infantili, eroismi adolescenziali, eroismi universitari, eroismi imprenditoriali, eroismi televisivi, pubblicitari, edilizi, familiari, eroismi esaltanti e allo stesso tempo un po’ deprimenti“. Poi, Berlusconi cambia idea, e non se ne fa più nulla.
Quando quei nastri tornano in mano al giornalista, l’amore politico tra i due è ormai giunto alla sua brusca conclusione, e la storia che Guzzanti decide di trarne ha ben poco a che vedere con le intenzioni originarie del suo ispiratore. Ormai deluso da quello che la “rivoluzione berlusconiana” avrebbe potuto essere e non è stata, Guzzanti rimesta nel torbido, raccoglie documenti, recupera dichiarazioni di Bossi e persino una vecchia intervista a Rosa Berlusconi, “mamma Rosa”, che diventa il pezzo forte del racconto della vita del figlio Silvio; oltre, naturalmente, alla voce di Berlusconi stesso, che parla di se stesso “in presa diretta” per 100 pagine di interviste inedite sparse in tutto il libro.
Il risultato? Un libro divertentissimo, diverso da tutti gli altri a cui siamo abituati. Ricostruzioni minuziose di processi, discussione dettagliata di sentenze, accuse al Berlusconi politico restino pure ad altri. A Guzzanti interessa ricostruire (e spesso lasciar ricostruire dal diretto interessato) la storia di un uomo da sempre sopra le righe, con tutte le sue luci e ombre.
Berlusconi ragazzino intento a vendere i compiti ai compagni di classe; i primi prestiti ottenuti dalla banca in cui lavorava il padre Luigi, la Banca Rasini; i primi passi nell’edilizia e la costruzione di Milano2, la realizzazione di un impero mediatico, l’anticomunismo viscerale, fino agli ultimi scandali sessuali: vicende ormai note a tutti, che a Guzzanti forniscono soprattutto lo sfondo necessario per dipingere il ritratto dell’uomo Berlusconi come l’espressione più perfetta dell’italianità. Il gusto per la barzelletta sporca, la passione tutta italiana per il calcio e per le belle (e giovani) donne, l’ossessione per l’estetica e l’esorcizzazione continua della vecchiaia e della morte, il desiderio di eternità, il monumentale autocompiacimento, e poi la presenza continua della mamma: quella mamma che un giorno, al figlio Silvio già presidente di diverse società, mollò comunque un ceffone perché le aveva risposto male.
Insomma, “un concentrato di italianità da manuale“, scrive Guzzanti, i cui componenti si mischiano a dar vita ad “un autocrate… che non tollera, non sopporta, non ammette controlli, condizionamenti, rallentamenti alla sua ‘politica del fare’, che è la politica del fare quel che più gli aggrada”. Un quadro feroce e tagliente, al vetriolo, dipinto col sorriso sulle labbra, ma senza pietà. Da leggere senz’altro.
Paolo Guzzanti (Roma, 1940), giornalista, scrittore e senatore, ha lavorato per l'”Avanti!”, “Repubblica”, “La Stampa, ed è stato vicedirettore del “Giornale”. Dal 2002 al 2006, come senatore di Forza Italia, ha presieduto la Commissione d’inchiesta sul Dossier Mitrokhin, esperienza da cui trarrà il libro Il mio agente Sasha (Aliberti, 2009). Nell’ottobre 2009, dalle pagine del suo blog Rivoluzione Italiana, attacca violentemente Berlusconi per le sue posizioni filo-russe, e polemizza con Mara Carfagna coniando il termine “mignottocrazia”. Non credendo più nella capacità di Berlusconi di rinnovare la politica italiana, lascia il Pdl. Attualmente è vicesegretario nazionale del Partito Liberale Italiano.
Autore: Paolo Guzzanti
Titolo: Guzzanti vs Berlusconi
Editore: Aliberti
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 19,90 euro
Pagine: 573
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