Berlusconi: analisi di un fenomeno

fenomenologia-di-berlusconiChe cosa c’è di unico in Berlusconi?“. È la domanda con cui Furio Colombo introduce la sua presentazione del nuovo, gustoso e terribile pamphlet del saggista di “Micromega” Pierfranco Pellizzetti, “Fenomenologia di Berlusconi” (Manifestolibri, 2009). Ultimo capitolo, per ora, della già vasta letteratura fiorita intorno alla figura del Cavaliere di Arcore.

Prima o poi se lo sono chiesti tutti: qual è la ragione dell’apparentemente irresistibile ascesa dell’onnipresente Silvio Berlusconi? Per quale motivo l’intera Nazione non può fare a meno di provare per lui sentimenti, siano essi di odio o di amore, al limite del parossismo? Quali le relazioni tra l’ideologia del suo governo e quella, spesso invocata a paragone, del fascismo? In una parola: cosa c’è dietro la “leggenda” di Berlusconi? Per rispondere a queste impegnative questioni, Pellizzetti analizza, nei cinque capitoli del suo saggio, altrettanti aspetti essenziali della figura del Cavaliere,  scavando a ritroso nel tempo e immergendosi nella storia spesso oscura dell’impero berlusconiano e del suo creatore.

Dall’estetica di Berlusconi al proprio bagaglio “ideologico”, maturato negli anni da imprenditore nella trafficona, luccicante e ambigua Milano-da-bere; dalle tecniche comunicative del premier e della sua “corte dei miracoli” (affermazioni foti e decise, repentine smentite, accuse di falsificazioni) ad aspetti più sordidi, ma fondamentali, quali i processi, i legami con la Mafia e la loggia P2, il rapporto con l’universo femminile e la (malcelata) angoscia del decadimento e della morte, l’analisi di Pellizzetti non risparmia niente e nessuno. Toni scherzosi o sarcastici, puntualizzazioni taglienti, giochi di parole e allusioni mai troppo sottili (come quella su Bossi, «che – “facendo le corna” – ha rischiato letteralmente di tirare le cuoia») condiscono un’esposizione attentamente documentata, che però, nonostante la scrupolosità della documentazione, non diventa mai una storia del berlusconismo. Pellizzetti, infatti, non perde mai di vista il suo scopo di fondo: cercare di capire cos’è davvero Berlusconi.

La risposta è inquietante: Berlusconi è una nuova specie di governante, anzi un nuovo tipo umano, rappresentante di un’Italia di cui l’uomo di Arcore ha sempre professato di incarnare i più sani e antichi valori, mentre in realtà gliene stava fabbricando a tavolino di nuovi. Il vero miracolo di Berlusconi sarebbe quello di aver convinto i propri elettori di essere governati da uno di loro, e poi averli fatti diventare come lui voleva che fossero: puerili, vittimistici, cialtroni, razzisti, ossessionati dalle proprie pulsioni sessuali e dal mito del denaro.

Una vera e propria mutazione genetica, insomma, da cui nessuno è immune. Tutti, infatti, siamo ormai immersi in una realtà di cui il Cavaliere è stato negli anni il demiurgo: una realtà da film di serie B (le citazioni cinematografiche abbondano, nel saggio di Pellizzetti, da Citizen Kane a Full Metal Jacket), in cui la gretta banalità del protagonista schiaccia tutti gli altri, che non possono reagire. Solo che, avverte scherzosamente l’autore, questa volta riferimenti a fatti e persone non sono puramente casuali.

Pierfranco Pellizzetti, studioso di Politiche di territorio e di Organizzazioni complesse, docente e pubblicista, è membro del comitato scientifico di “Critica Liberale”, collabora con “Micromega”, Il Secolo XIX” e “Repubblica”. I suoi libri più recenti sono Italia disorganizzata. Incapaci cronici in un mondo complesso (Dedalo, 2006) e La Quarta Via. Una sinistra vera dopo la catastrofe (Dedalo, 2008).

Furio Colombo, giornalista, scrittore e politico (deputato PD alla Camera), è stato corrispondente politico de La Stampa e de La Repubblica dagli Stati Uniti, ha insegnato giornalismo alla Columbia University ed è stato direttore de L’Unità. Collabora a Il Fatto Quotidiano.

Autore: Pierfranco Pellizzetti
Titolo: Fenomenologia di Berlusconi
Editore: Manifesto libri
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 14 euro
Pagine: 127