La gioventù perduta, il senso di superiorità atavica e di distacco dell’élite dei nobili britannici e quel che resta da vivere sono i temi dominanti del romanzo “Un passato imperfetto” (Neri Pozza, 2009) di Julian Fellowes, ambientato nell’Inghilterra dei primi anni del terzo millennio. Un ex studente di Cambridge riceve una lettera da Damian Baxter, vecchio compagno di college conosciuto verso la fine degli anni Sessanta nel pieno della Swinging London.
Il bel ragazzo ambizioso di allora ma privo di background è diventato un facoltoso uomo d’affari dopo aver fondato una società di informatica e vive in una tenuta nel Surrey che sembra uscita da un giallo di Agatha Christie. Damian Baxter, il quale soffre “…fin da bambino di una sorta di claustrofobia del cuore”, sta morendo e chiede l’aiuto dell’amico di Cambridge per ritrovare il figlio quarantenne che ha scoperto di avere tramite una lettera anonima firmata la matta, figlio al quale vuole lasciare la sua cospicua eredità “… è l’unica immortalità che mi resta.”
Julian Fellowes, dopo aver esordito come scrittore con “Snob“, efficace affresco della high society britannica degli anni Novanta che deve difendersi dall’assalto dei parvenues, i borghesi che ambiscono a diventare loro pari, con “Un passato imperfetto” descrive brillantemente la cosiddetta neo aristocrazia odierna, dove l’apparenza è tutto, ed è diventata il vero credo. Al di là della vicenda del romanzo, Fellowes desidera porre in evidenza la differenza fondamentale tra l’upper class degli anni ’70, dove i giovani rampolli dell’aristocrazia praticavano il libero amore, ascoltavano i Beatles e i Rolling Stones ma partecipavano alla season londinese, alla caccia alla volpe e al ballo delle debuttanti, indossavano il frac e … dove i comportamenti delle persone erano stabiliti da usanze antiche, e quella modello Duemila, nella quale le regole un tempo in voga sono saltate come tappi di champagne.
Evelyn Waugh nel 1945 in “Ritorno a Brideshead” aveva già narrato la decadenza della nobiltà inglese tracciando un immortale affresco dell’aristocratica famiglia dei Flyte con i suoi riti e tradizioni che l’imminente guerra spazzerà via per sempre. Fellowes, non solo scrittore ma brillante attore e sceneggiatore, Oscar per “Gotsford Park”, con questo romanzo con grazia alla Jane Austen, stile e ironia, descrive con un gioco tra passato e presente, il mondo che lo circonda e del quale fa parte. Ma nonostante la satira esilarante che pervade Past Imperfect vi è anche una malinconia di fondo per i tempi che furono e che non ritorneranno più, che si evince già dalla prima frase del romanzo quando la voce narrante dello scrittore-non-troppo-famoso dichiara ... “Londra è ormai per me una città di fantasmi e io sono uno di loro. Ovunque vada, ogni strada, ogni piazza, ogni viale mi parlano all’orecchio di un’altra età della mia vita.”
Julian Fellowes è nato nel 1949 al Cairo in Egitto. È figlio di un diplomatico dal quale ha ereditato il titolo di Lord. Scrittore, attore e sceneggiatore inglese, ha vinto nel 2002 il Premio Oscar per la migliore sceneggiatura per il film Gotsford Park diretto da Robert Altman e candidato ai Golden Globe 2002. Come attore ha partecipato al film Il danno (1992) accanto a Jeremy Irons, e a Shadowlands (1993) al fianco di Anthony Hopkins. A dicembre uscirà nei cinema americani The Young Victoria, diretto da Jean-Marc-Vallée, prodotto da Martin Scorsese ed interpretato da Emily Blunt, film in costume sulla regina che più a lungo regnò in Gran Bretagna, sceneggiatura di Julian Fellowes. Il suo primo romanzo Snob (Neri Pozza 2005 ) ha ottenuto uno straordinario successo di critica e pubblico. Vive in Inghilterra con la moglie Emma ed il figlio Peregrine ai quali ha dedicato Un passato imperfetto.
Autore: Julian Fellowes
Titolo: Un passato imperfetto
Editore: Neri Pozza
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 18,50 euro
Pagine: 462