Paolo Roversi di nuovo in libreria con un libro che promette molto bene. “L’uomo della pianura” (Mursia, 2009), descrive omicidi e sparatorie tra la Bassa Padana e la Milano nera di ieri e di oggi.
Ne parliamo con l’autore.
Torna Roversi, il giallista che conquista i lettori. Questa volta si concentra sulla bassa Padana. Cosa c’è di diverso in questo suo ultimo lavoro?
“L’incrocio di due piani narrativi differenti. Da una parte abbiamo Radeschi, il mio eroe seriale che si muove nel locus amenus di Capo di Ponte Emilia, raccontato in terza persona secondo la struttura classica dei libri precedenti; dall’altra il protagonista negativo, Hurricane, che parla sempre in prima persona.”
Veniamo al titolo. “L’uomo della pianura“, simboleggia il Nord, le sue trasformazioni negli ultimi anni, l’arrivo massiccio dei clandestini. Cosa ci può dire al riguardo?
“Se nelle metropoli si assiste ad un fenomeno di netta antitesi sociale tra immigrati integrati ed altri dediti ad attività illegali, in campagna il fenomeno dell’integrazione degli extracomunitari è una realtà effettiva. Nella Bassa che racconto io, ad esempio, la comunità Sikh si occupa delle mucche, il lavoro del bergamino, il custode delle stalle, che gli autoctoni non accettano più di fare. Forti anche della loro ispirazione religiosa per cui la vacca, nel ciclo delle reincarnazioni, è l’ultimo passo prima di reincarnarsi in uomo ed è dunque un quasi-uomo. Mi interessava raccontare questo aspetto: gli indiani padani”.
Ritorna il giornalista hacker Enrico Radeschi, sempre in sella alla Vespa gialla. Il filone che sta portando avanti le spiana la strada o è sempre più difficile architettare le storie di questo protagonista?
“Radeschi ormai è più di un amico. Al quarto romanzo – anzi al quinto se includiamo anche quello per ragazzi “Gli agenti segreti non piangono” – lo conosco come un fratello. Se andassimo a pranzo insieme saprei perfettamente cosa ordinerebbe, se una sera andassimo per locali saprei cosa berrebbe e indovinerei senza problemi il tipo di donna che potrebbe piacergli. Per ora dunque, non ci sono problemi con Radeschi: il giorno in cui dovessi stancarmi di uscire con lui o non avessi più argomenti, potrei farlo tornare da dove è venuto. In ogni caso, non a breve termine.”
“Milano è da sempre l’università del crimine” e “degli indiani padani“. Che idea si è fatto delle enormi trasformazione che il capoluogo lombardo ha subito negli ultimi dieci anni e tutto ciò come ha inciso sulla sua produzione letteraria?
“Radeschi nasce nel 2006 muovendosi all’interno di “Blue Tango”. Sono passati solo tre anni da allora. In realtà “L’uomo della pianura” offre uno spaccato della mala milanese degli ultimi trent’anni. Un tempo solo tre bande si spartivano lo scacchiere della mala milanese capitanate da tre antieroi: Vallanzasca, Turatello ed Epaminonda. Chi deteneva il potere sulle bische, chi sulla prostituzione e droga, chi su rapine e rapimenti. Oggi le bande sono state sostituite da clan di extramcomunitari, dalla ‘Ndrangheta, dalla Mafia e così via.”
Malinconia, violenza, desolazione. Nebbia. Cosa altro può trovare il lettore in “L’uomo della pianura“?
“Nessuno aveva mai raccontato la metamorfosi della mala milanese negli ultimi trenta anni come ha fatto ha esempio De Cataldo con Roma e la banda della Magliana. Ho cercato di farlo io offrendo al lettore un “romanzo criminale” in salsa meneghina.”
Prosegue la sua collaborazione con l’editore milanese Mursia, che ha recentemente ospitato il tuo spazio “Milano nera”. Può dirci la sua su questa manifestazione e sull’apporto che può dare al genere giallo oggi?
“Vista l’attenzione e la passione con cui MilanoNera cresceva e si affermava, Mursia, mio editore da quattro romanzi, ci ha offerto uno spazio all’interno della sua libreria di Via Galvani, 24 dove ogni settimana vengono tenuti due eventi con i principali scrittori di noir. MilanoNera nasce nel 2006 come un blog letterario fino a diventare oggi la realtà consolidata di una società con dodici soci. Il marchio è legato, oltre gli eventi di cui sopra ad un sito internet che vanta 30.000 lettori al mese e ad un un free press cartaceo mensile distribuito in 10000 copie contenente recensioni sui principali titoli gialli e noir e distribuito nelle principali librerie d’Italia. Stiamo, inoltre preparando una web tv con video interviste e contenuti di intrattenimento per rendere più leggero un mondo letterario che a volte si prende un po’ troppo sul serio. Quindi MilanoNera tra spazio, eventi, sito internet, mensile cartaceo e web tv si è fatta veramente in cinque!”
Paolo Roversi è nato nel 1975 a Suzzara (Mantova) e vive a Milano. Definito dalla critica il golden boy del giallo italiano, ha pubblicato quattro romanzi con protagonista il giornalista hacker Enrico Radeschi: Blue Tango – noir metropolitano e con Mursia La mano sinistra del diavolo (2006), vincitore del Premio Camaiore di Letteratura Gialla 2007 e finalista del Premio Franco Fedeli 2007, Niente baci alla francese (2007) e, per ragazzi, Gli agenti segreti non piangono (2009). Nel 2008 ha pubblicato Taccuino di una sbronza da cui è stato tratto uno spettacolo teatrale. I suoi romanzi sono stati tradotti in Spagna e sono in corso di traduzione in Germania.
Autore: Paolo Roversi
Titolo: L’uomo della pianura
Editore: Mursia
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 17 euro
Pagine: 296