Michel Maffesoli in “Icone d’oggi. Le nostre idol@trie postmoderne” (Sellerio, 2009) racconta i miti collettivi del nostro tempo. I sogni della comunità vengono individuati e analizzati attraverso raffigurazioni narrative che esplicitano la carica vitale dell’iconografia postmoderna. L’autore ci presenta dei quadri che scorrono uno dopo l’altro e fanno da specchio a icone a cui, da tempo, il nostro immaginario collettivo si è assuefatto.
Secondo Maffesoli: “qui è importante individuare i lineamenti di una mitologia postmoderna in gestazione. Una mitologia in cui le emozioni, le chimere e le fantasticherie hanno un ruolo di rilievo. Quello che produce un nuovo rapporto con la natura. Una sensibilità ecologica in gestazione. Una mitologia, infine, in cui l’individuo sicuro della sua identità cede il posto a una persona plurale dalle molteplici identificazioni, capace di sostenere ruoli multipli in diverse tribù affettuali“.
In ordine alfabetico, dalla A alla Z, si susseguono e letteralmente esplodono immagini vibranti che portano alla costruzione di un lucido scenario postmoderno, del resto, già presente nel vissuto esperienziale del lettore contemporaneo. Si tratta di un’iconografia che orienta al quotidiano e ne restituisce un’analisi attenta e vibrante, un inno al piacere di esistere e di goderne a piene mani. Miti, fenomeni odierni che hanno la capacità di incidere la nostra vita, che assurgono a forme archetipiche per poi trasformarsi in stereotipi ordinari. Un processo che viene favorito da Internet, dalla cybercultura, un processo emblematico che ci influenza a fondo e necessita di essere seriamente considerato.
“Perciò chi non disprezza a priori ciò che fa vibrare le masse, chi non interpreta quelle “vibrazioni” come sintomo di qualcosa di poco raccomandabile ma le accetta per quello che sono, sarà in grado di restituire ai miti e alle molte icone che ingentiliscono la vita quotidiana la loro patente di nobiltà“.
Dalla A alla Z, “le nostre idol@trie postmoderne” vengono rintracciate in:
A come Abbé Pierre – B come Barba “di tre giorni”; Barocchismo; Brasilomania – C come Chabal, la bestia umana; Che Guevara; Commerci (di prossimià…); Cool – D come Dionisio (il ritorno); Dumas (Mireille) – E come Edonismo – G come Globalizzazione; Google; Graal (ricerca del) – H come Hermès, o l’anima degli oggetti; Houellebecq – J come Johnny: noir, c’est noir! – L come Loft (storie) – M come Magic Politic; MySpace – O come Orientalizzazione (della vita quotidiana) – P come Patto; Piccolo Principe (il); Postmodernità (radici della); Potter (Harry); Protesi (high tech…); Pub – Q come Quoziente emozionale – R come Rave (party) – S come Sarkolène, creatura fittizia; Second Life; Sì coach! – T come Tatuaggio/I; Teatralizzazione; Tribù; Trotzkismi (reti) – U come Umori – Z come Zidane
La lettera G offre la trilogia: Globalizzazione – Google – Graal. Un trilogia rappresentativa delle idol@trie postmoderne presentate dall’autore.
La Globalizzazione esprime un ordine non più incentrato sull’Europa, sulla razionalità e sull’individualismo delle persone che ci vivono. Esprime, d’altro canto, una disposizione che riflette la centralità di Internet, della Rete, delle nuove circumnavigazioni informatiche, del “Tempo delle tribù” che si radunano e si alimentano di cybercultura. I commerci si dematerializzano, ignorando le barriere tradizionali e vivono di effervescenza nelle nuove generazioni.
Google, simbolo di tutti i motori di ricerca, ridisegna il tessuto sociale delle relazioni che si intrecciano nel web a partire dalle “sfrenate ricerche della Rete postmoderna“. Come conseguenza, la socialità si esprime nella gestione dei contatti personali attraverso i Social Network e le correlate reti di relazione che si collegano attraverso molteplici fili sottili.
La ricerca del Graal che evoca il nomadismo e l’evasione dal quotidiano. L’essere nomadi richiama l’attenzione sullo spirito animale dell’essere umano e sulle difficoltà dovute alla domesticazione (fissa dimora, identità, ideologia, professione). Secondo Maffesoli: “I nomadi postmoderni, in fondo non troppo distanti da una cavalleria fuori dal tempo nella loro perenne ricerca di un Graal sempre irraggiungibile, stanno sperimentando un modo diverso di rapportarsi con l’alterità e così facendo prefigurano la società a venire”.
Michel Maffesoli è il fondatore della “sociologia del quotidiano”. Ha la cattedra in Scienze Umane all’Università della Sorbonne. È direttore di “Sociétés”, rivista internazionale di scienze umane e sociali e segretario generale del Centre de Recherche sur l’Imaginaire. Ha fondato il Centre d’Etudes sur l’Actuel et le Quotidien (CEAQ). Ha pubblicato studi e saggi sui temi della sua riflessione originale: la condizione postmoderna, il neotribalismo, il nomadismo, l’immaginario, la comunità nella società attuale.
Autore: Michel Maffesoli
Titolo: Icone d’oggi
Editore: Sellerio
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 13 euro
Pagine: 235
un testo che mi ha aiutato a orientarmi nella quotidianità postmoderna, nei meandri della sua iconografia. Immagini, miti, nomadismi, tribalismi, cybercultura, aspetti dionisiaci: tutti elementi che mi appartengono, ma che non ero ancora riuscita a focalizzare in una lettura più ampia.