“La Paga dei Padroni” (Chiarelettere, 2008) è un testo importante; a distanza di un anno dalla sua pubblicazione ci aiuta a riflettere sui veri motivi per cui in Italia le aziende non sanno stare al passo, al di là della crisi. Gianni Dragoni e Giorgio Meletti ci spiegano, con numeri e chiari esempi, come le dinastie della grande industria italiana si siano arroccate dietro il controllo di aziende di famiglia, frenandone – spesso – sviluppo, crescita e speranze.
“Mi sono limitato a dire quello che penso e che molti dovrebbero già sapere…è inutile picchiare su chi sta alla linea di montaggio pensando di risolvere i problemi…quando si perdono 3 milioni di euro al giorno e uno pensa che sia colpa degli operai, vuol dire che ha saltato qualche ponte sulla sua strada.” Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, “la Repubblica”, Settembre 2006.
Nella borsa italiana il 25 % delle aziende vengono controllate dal meccanismo delle scatole cinesi. Si controlla con un numero sufficiente di azioni l’azienda A, l’azienda A controlla l’azienda B, l’azienda B controlla l’azienda C.. e via di seguito. Alla resa dei conti con un capitale ridotto, a volte inesistente, si tiene il controllo, quindi il potere, su aziende con un valore di mercato di miliardi di euro.
Nella stessa borsa italiana un’azienda su tre viene controllata da patti di sindacato. Grandi banche, industriali, manager, uniscono le loro quote, raggiungendo una quota di sicuro controllo, inattaccabile, e sottoscrivono un patto con cui si impegnano a non cedere le proprie quote di azioni a protagonisti esterni alla loro alleanza, alla faccia del libero mercato e della concorrenza. Una fitta rete di consiglieri, partecipazioni azionarie – tra banche, imprese, assicurazioni – fa perdere il senso di chi comanda su chi. Chi decide che cosa. Un esempio su tutti: l’elezione di Cesare Geronzi a presidente di Mediobanca, piazzetta Cuccia. Non ci è dato sapere chi lo abbia eletto.
Largo spazio alla creatività nel decidere la tecnica con cui presidenti, manager, spesso sia dirigenti che proprietari: si assegnano stipendi milionari annui, bonus ed incentivi anche quando le loro aziende perdono valore in borsa. Un’oligarchia capace solo di giocare in difesa dei propri privilegi, senza morale e senza meriti. A pagarne i costi sono i piccoli azionisti, non rappresentati e non tutelati. Sublime, anche se sul limite della legalità, l’abilità con cui Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens hanno difeso la proprietà dei discendenti Agnelli sulla Fiat. Un testo da leggere. Aiuta a comprendere parte dei motivi per cui l’Italia affonda sotto i colpi della concorrenza dei mercati internazionali, la crisi ha scoperto falle troppo profonde e gravi.
Gianni Dragoni, inviato de Il Sole 24 Ore, si occupa di temi legati all’industria pubblica, le privatizzazioni, i bilanci delle società di calcio. Cura la rubrica PAY WATCH, che analizza le retribuzioni dei manager delle società quotate.
Giorgio Meletti, responsabile della redazione economica del Tg La7. Ha lavorato al “Corriere della Sera”, dove s è occupato di incroci tra politica ed economia. Ha curato con Luca De Biase, Bidone.com (Fazi 2001), storia della bolla internet all’italiana.
Voto: 7,5
Titolo: La Paga dei Padroni
Autori: Gianni Dragoni; Giorgio Meletti
Editore: Chiarelettere
Anno di pubblicazione: 2008
Prezzo: 14,60 euro
Pagine: 278