“Il piccolo libro di Twitter” (Sperling & Kupfer, 2009), edizione italiana curata da Antonio Incorvaia del libro di Tim Collins. Twitter è un servizio di microblogging, che permette agli utenti di personalizzare un proprio profilo dove inserire messaggi della lunghezza massima di 140 caratteri per volta. Gli aggiornamenti possono essere inviati via web, mail, o SMS. Si tratta di una sorta di raccolta in pillole del proprio life streaming, che ciascun utente può condividere con i contatti che lo seguono (i follower).
A sua volta permette a chi è iscritto di tenersi informato sul flusso di chi si è deciso di seguire (gli utenti following).
Nato nel 2006 da una società di San Francisco, il nome deriva dal verbo inglese to tweet, cinguettare, appunto a richiamare i brevi messaggi che è possibile inviare. Inizialmente accolto e utilizzato dalla popolazione più geek della rete, ora è entrato a far parte di una comunità più ampia, diventando un organo di informazione in tempo reale, vero e proprio strumento di citizen journalism. Lo usano Obama, Paris Hilton, Lady Gaga, ma anche la famiglia Kennedy, che ha aperto un canale informativo dedicato in occasione dei recenti funerali del senatore Ted, e gli studenti iraniani che lo hanno reso media unico e planetario delle ultime elezioni presidenziali.
Il libro di Collins, agevole e veloce nella lettura, si presenta come una piccola guida utile per insegnare ai newbies (i principianti) a muoversi all’interno del social network – twittare è diventato uno degli atti alla moda che si possono fare sul web- o, per chi è già un twitterholic, per scoprire novità e perle in chiave divertente.
La versione italiana, prima guida allo strumento di comunicazione più trasversale del momento, è aggiornata con esempi locali, per cui è possibile avere un panorama di personaggi nazionali che lo utilizzano, con commenti ironici e riepiloghi sul vario modo di twittare e tenere aggiornati i propri profili.
Partendo dalle nozioni di base relative alla scelta del proprio nickname e dello sfondo del profilo, il libro è ricco di consigli su come usare con buon senso questo strumento, aggiornare gli status, selezionare i follower, capire la differenza di utilizzo tra @ e #, conoscere twitterismi e tutti i termini gergali che cominciano con tw, imparare varie tipologie di acronimi e abbreviazioni possibili e inimmaginabili (per lo più in inglese) e imparare a non utilizzarle (onde evitare di rientrare nella categoria dell’utente Twitter Bimbominkia).
Non manca un compedio di netiquette (ossia l’etichetta dei “twit”), per saper come e quando scrivere, rispondere o chiamare in causa altri membri del network. Si trovano inoltre 10 buoni motivi per cui utilizzarlo e 10 comandamenti da tenere sempre presente.
Il libro fornisce anche una lista di Utenti VIP di cui tenere conto. Ashton Kutcher, alias aplusk, l’attore americano sposato con Demi Moore, è stato lanciato sotto i riflettori per la battaglia mediatica condotta mesi fa con CNN per diventare il primo utente di Twitter ad avere 1 milione di follower. In Italia, per citarne alcuni, sono nominati il ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta, o il giornalista Beppe Severgnini. Consigliati per le doti ironiche anche account dichiaratamente falsi, come quello di Bruno, per il lancio dell’omonimo film di Sacha Baron Cohen.
Infine si possono raccogliere consigli su come scansare gli idioti, e allietarsi con la galleria di capolavori della Twitteratura a colpi di 140 caratteri.
Tim Collins vive a Londra e lavora nel campo della pubblicità. Ha collaborato con numerose riviste e scritto diversi libri in tono ironico, tra cui The ginger survival guide, The baldies’ survival guide, Mingin’ or blingin’, The little book of internet dating e Are you a geek?
Antonio Incorvaia, laureato in architettura, ha lavorato come grafico, web editor, redattore e autore tv. È coautore di Generazione mille euro e Jobbing.
Voto: 8
Autore: Tim Collins
Titolo: Il piccolo libro di Twitter
Editore: Sperling & Kupfer
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 6,90 euro
Pagine: 174
La prima cosa che dovrebbe cambiare Brunetta o Mr. Brown sono i mezzi, i termini e le misure (non la sua altezza, ovvio)!!!! La parola fannulloni e quella di meritocrazia, inoltre, dovrebbero prima essere applicate alla Classe Politica. I risparmi di Stato, non vanno fatti sui precari da 1000 euro al mese, ma bisogna iniziare dalle Madame di potere come la Gelmini, che ben poco meritocratica, occupa una poltrona Ministeriale che, per attitudine e competenza, come minimo spetterebbe ad Umberto Eco!!!! Questa è la Rivoluzione vera che Brunetta non riuscirebbe mai a partorire… perché di dare potere al popolo se ne guardano bene… Filmografia consigliata: “2012 L’Avvento del Male”; Bibliografia consigliata: “Fontamara” di Ignazio Silone. E come direbbero a Napoli: Cà nisciuno é fesso!!!!