“Industria, ambiente e territorio. Per una storia ambientale delle aree industriali in Italia” (Il Mulino, 2009) è una ricerca realizzata da due professori universitari con il contributo dell’amministrazione comunale di Melilli (Sr) e la società siracusana di Storia Patria. Una raccolta di saggi sul tema dell’ambiente e dello sviluppo industriale. Da ciò ne deriva, come spesso accade ai libri realizzati all’interno del mondo accademico, una notevole frammentazione e dispersione degli argomenti.
In realtà, nel caso di “Industria, ambiente e territorio“, ciò fa parte del progetto originario del volume che consiste principalmente di due parti: una prima, più breve, che descrive sinteticamente la storia industriale dell’Italia in rapporto alla politica, alla società e alle conseguenze ambientali di tale sviluppo.
La seconda parte, invece, analizza una serie di casi studio sviscerandoli in maniera abbastanza completa ed esaustiva: la siderurgia a Genova e Bagnoli, la chimica a Brescia, l’industria diffusa nell’area fiorentina, il petrolchimico a Marghera, Terni, Porto Torres, Manfredonia e nel triangolo siracusano di Augusta-Priolo-Melilli.
Tutti questi esempi vengono trattati in singoli saggi e analizzati a fondo con una robusta prospettiva storico-economica: si parte sempre dai motivi della nascita del complesso industriale (e spesso tali motivi sono sorprendenti) per poi sviscerare a fondo il rapporto del complesso con la politica, i sindacati, la popolazione limitrofa e i lavoratori della fabbrica. L’ambiente (o meglio: il progressivo deterioramento di esso) fa da collante a tutte le storie permettendo agli autori di estrapolarne la storia.
Ad essere onesti, “Industria, ambiente e territorio” è un buon testo. Magari da leggere a poco a poco o da utilizzare per scoprire i segreti dell’ecomostro dietro casa o, soprattutto, per scoprire che tutti i territori massacrati da una industrializzazione sbagliata hanno avuto una storia assai simile.
Un grosso difetto: le vicende giudiziarie che hanno, assai spesso, accompagnato lo sviluppo dei poli industriali italiani vengono appena accennate. Poiché queste vicende in alcuni casi hanno radicalmente cambiato la storia dei complessi industriali, probabilmente era meglio soffermarsi di più su questo aspetto. Per il resto “Industria, ambiente e territorio“, non è evidentemente un libro per tutti. Ma non lo vuole neanche essere. È un libro per gli addetti ai lavori, innanzitutto. Poi è un libro per professori e studenti universitari.
È il lettore che deve sforzarsi di seguire “Industria, ambiente e territorio“, non il contrario. Da questo punto di vista, però, un glossario anche minimo in coda al volume avrebbe fatto comodo e avrebbe reso più scorrevole la lettura: a volte ci si trova a leggere acronimi di composti chimici illustrati decine di pagine prima ed è obbligatorio tornare in dietro e ricercarne il significato.
Salvatore Adorno insegna Storia contemporanea presso l’Università di Catania. E’ autore, tra l’altro, di “La produzione di uno spazio urbano: Siracusa tra Ottocento e Novecento” (Venezia, 2004) e curatore di “Professionisti, città e territorio: percorsi di ricerca tra storia dell’urbanistica e storia della città” (Roma, 2002).
Simone Neri Serneri insegna Storia contemporanea presso l’Università di Siena. E’ autore, tra l’altro, di “Incorporare la natura. Storie ambientali del Novecento” (Roma 2005) e curatore di “Storia e ambiente. Città, risorse e territori nell’Italia contemporanea” (Roma 2007, con G. Corona).
Alla stesura di “Industria, ambiente e territorio, Per una storia ambientale delle aree industriali in Italia” hanno partecipato altri 12 autori provenienti dal mondo accademico, italiano e non solo.
Voto: 6
Autore: Salvatore Adorno e Simone Neri Serneri
Titolo: Industria, ambiente e territorio, Per una storia ambientale delle aree industriali in Italia
Editore: Il Mulino
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 30 euro
Pagine: 366