Andrew Wittaker è l’eroe dei nostri tempi protagonista de “Il lamento del bradipo” (Einaudi, 2009), di Sam Savage. Andrew è un 43enne editore di Bolle, rivista letteraria sull’orlo del fallimento.
Vive in una palazzina vittoriana piena di cose inutili, con gli ambienti in grande disordine e come se non bastasse abbandonato dalla moglie Jolie.
Non è certo un quadro esaltante ma nonostante ciò Andy, inguaribile ottimista, non si lascia perdere d’animo e a chi lo considera un perdente contrappone progetti, aspirazioni ed idee. Della sua vita il lettore apprende leggendo le tante missive che lui archivia meticolosamente e delle quali è composto il romanzo, “La raccolta completa dei suoi scritti” come recita il sottotitolo, missive che scrive a chiunque incroci il suo cammino: dalla ex moglie alla propria anziana madre, alla ditta che deve rifare i soffitti della sua casa, all’aspirante scrittore, per non parlare del diario, delle liste della spesa nel tentativo di dimostrare a se stesso e agli altri l’ineluttabilità della sua esistenza.
Sam Savage nel 2006 con la pubblicazione delle avventure metropolitane di “Firmino” topo di biblioteca, divoratore di libri della fatiscente libreria nella quale è nato, ci ha fatto comprendere che la lettura di un libro può essere in grado di cambiare la visione della vita. In “The cry of the sloth“ ha costruito, lui abile carpentiere prima di diventare scrittore, un’altra figura di adorabile loser, un uomo vinto dalle circostanze, afflitto da una pigrizia innata, pesce fuor d’acqua in un mondo che gira velocemente. Andrew somiglia al bradipo, tenero e simpatico mammifero che vive nelle regioni centrali e meridionali del Sud America, la cui caratteristica principale è una cronica lentezza. Mentre il grafomane Andrew vive dentro la sua casa-rifugio, i bradipi, animali più lenti al mondo, trascorrono il loro tempo perennemente sopra gli alberi.
Ma Andrew è forse l’alter ego di Sam, che vive in un luogo appartato nel Wisconsin alla maniera del grande J.D. Salinger de Il giovane Holden, concedendo interviste solo tramite e-mail. Forse la sua sarà una storia perlopiù tragica ma riflettendoci bene il bradipo Andy non ha tutti i torti.
Sam Savage è nato nel 1940 a Camden nel South Carolina. Ha studiato presso l’Università di Heidelberg e Yale, ottenendo un dottorato di ricerca (PhD) in Filosofia a Yale. Ha insegnato per alcuni anni. Ha lavorato come falegname, pescatore professionale, grafico di pressa. Savage, la cui unica foto che circola rivela una folta barba bianca da saggio patriarca, ha scritto per tutta la sua vita ed è diventato autore rivelazione solo verso i settant’anni, moderno Esopo, pubblicando una favola senza lieto fine con una piccola casa editrice no-profit. Nel 2006 ha pubblicato per la Coffee House Press Firmin. Adventures of a metropolitan lowlife, Firmino. Avventure di un topo metropolitano (Einaudi Stile Libero 2008), piccola storia di un topo che si ciba di libri. Il romanzo è divenuto rapidamente un caso letterario, osannato dai critici e dai lettori, eletto miglior libro dell’anno dall’American Library Association, miglior esordio da Barnes and Noble, miglior debutto dal Library Journal. Firmino ha venduto in Italia oltre le 500.000 copie. Sam Savage vive attualmente a Madison nello Stato Americano del Wisconsin.
Voto: 8
Autore: Sam Savage
Titolo: Il lamento del bradipo
Editore: Einaudi Stile Libero
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 17,50 euro
Pagine: 246