In “Remix. Il futuro del copyright (e delle nuove generazioni)” (Etas, 2009), Lawrence Lessig, fondatore di Creative Commons, analizza la situazione attuale in tema di legislature e diritti d’autore, riflettendo sul ruolo svolto da grandi major e comuni cittadini nella ridefinizione di regole oramai legate a realtà tecnologiche lontane. “Anche le brave persone diventano pirati in un mondo in cui le regole appaiono assurde.”
Grazie agli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia, la cultura attuale è una cultura del remix. Secondo le leggi del copyright queste modalità di creazione culturare rendono l’arte illegale e rendono criminali perseguibili non solo i teenager che scaricano musica dal web, ma anche tutti coloro che rielaborano immagini, testi e video, dando vita a nuove opere creative on e offline.
Per dimostrare come le “guerre del copyright” provochino danni collaterali tali da tacciare un’intera generazione come criminale, a causa di azioni che compie con la massima spontaneità, Lessig, giurista di fama internazionale e autorità mondiale in materia, evidenzia come si possa superare il semplice binomio oramai condiviso del tutto a pagamento o tutto gratuito, proponendo una soluzione “ibrida”. L’evoluzione delle “culture della creatività” può essere mappata identificando una cultura RW (read-write), che fiorì nel XIX secolo, e una cultura RO (read-only), prosperata nel XX.
Nella prima le rappresentazioni erano fruite e rielaborate con strumenti da professionisti (pianoforti, violini, banji, etc.) o con strumenti naturali (le corde vocali), per essere condivise: erano giovani gruppi di cantanti ma anche musicisti che eseguivano opere di grandi autori. Nella tipologia RO, diffusa grazie a mezzi quali la radio, il cinema e la tv, la cultura viene consumata in maniera più passiva (seppur la mera lettura sia portatrice di reinterpreazione e fruizione di per sé attiva).
Messe a confronto queste due culture, RO e RW, Lessig ne individua le differenze valoriali, convinto che entrambe cresceranno nell’era digitale: Internet estende la cultura RO oltre i limiti distributivi imposti dalle tecnologie analogiche del secolo scorso e, allo stesso tempo, incoraggia la cultura RW, dove il remix è un atto essenziale della creatività. Nel caso della cultura RO gli emblemi sono stati analogici, e proprio per questo limite tecnologico qualunque copia, rara, era considerata di qualità inferiore. La tecnologia digitale ha trasformato questa “natura”, introducendo emblemi digitali e cambiando le aspettative relative all’accesso. Grazie alle nuove tecnologie ha preso a rifiorire anche la cultura RW relativa al testo, portando a sviluppare un’ecologia dei contenuti e un’economia della reputazione, dalle Usenet e i blog, alla folksonomia e il tagging, fino a tutti quegli strumenti a disposizione per misurare l’influenza dei contenuti (es. Technorati).
Per suggellare a livello economico il modello “ibrido” Lessig descrive due forme della produzione sociale: l’economia commerciale e l’economia di condivisione. Dopo averne descritto le caratteristiche ed esemplificato le diverse situazioni con casi recenti della Rete delinea i principi economici più imporanti, sino a toccare le modifiche alle linee giuridiche che potrebbero migliorare il rapporto con la creatività RW e che migliorerebbero le prospettive di mercato per gli “ibridi”. L’”ibrido” in sostanza è un modello che, attraverso gradi diversi di protezione della proprietà intellettuale, mira a bilanciare le esigenze dei creatori con il desiderio dei consumatori di prendere possesso dei prodotti artistici e culturali, remixarli e metterli nuovamente in condivisione.
Remix è un’opera innovativa che tratta del diritto d’autore e di come la legislazione attuale sul tema sia datata rispetto alle reali necessità. Lawrence Lessig affronta la riflessione mostrando un possibile nuovo approccio, in grado di garantire la sopravvivenza dell’industria culturale evitando di criminalizzare le giovani generazioni.
Lawrence Lessig è professore di legge alla Harvard Law School ed è considerato uno dei massimi esperti al mondo di proprietà intellettuale nell’era di Internet. Compagno di università e consulente di Barack Obama, ha appoggiato la sua candidatura ed è stato coinvolto nell’elaborazione del programma del neopresidente in tema di tecnologie e web. È fondatore e membro del board di Creative Commons, un’organizzazione non profit che offre ai creatori licenze per condividere le proprie opere secondo il modello “alcuni diritti riservati”. Tra i suoi libri precedenti sono stati pubblicati in Italia: Il futuro delle idee (2006) e Cultura libera (2005).
Voto: 10
Titolo: Remix. Il futuro del copyright (e delle nuove generazioni)
Editore: Etas Libri
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 22 euro
Pagine: 272
1 thought on ““Remix”: il destino copyright per i giovani di domani”
Comments are closed.