In “Gelide scene d’inverno” (Minimum Fax, 2009) di Ann Beattie, scritto nel 1976 e finora inedito in Italia, si disegna un ritratto veritiero di una generazione, quella dei trentenni che hanno vissuto Woodstock: la rivoluzione.
I quali hanno creduto di avere il mondo in mano ed invece si sono ritrovati all’improvviso senza nessun punto di riferimento preciso, mentre su di loro inconsapevoli sta per piombare l’edonismo reaganiano.
Nel 1975 in una cittadina del New England il ventisettenne Charles ama in maniera ossessiva Laura, con la quale ha avuto una relazione ma lei ha preferito tornare dal marito, la madre Clare si trova sempre sull’orlo del suicidio, non ha un buon rapporto con il patrigno Pete perenne fallito, mentre rimpiange il proprio padre morto all’improvviso quando lui era piccolo. A poco meno di trent’anni le illusioni, le great expectations di Charles sono volate fuori dalla finestra.
Questo romanzo, scritto al presente, con dialoghi brevi, serrati, ricevendo quindi l’impressione di assistere ad una scena teatrale, con una colonna sonora di qualità che va da George Harrison con My sweet Lord, ad Elvis Presley di Loving You fino alle canzoni di Janis Joplin, Chilly scenes of winter, il cui stesso titolo viene ripreso da un brano di Cousin Emmy, si legge dall’inizio alla fine senza interruzioni curiosi di sapere se l’ansioso Charles riuscirà a riconquistare la sua Laura, un omaggio dell’autrice a Francesco Petrarca.
Ann Beattie è considerata dalla critica americana come una delle più grandi maestre della short story. Il suo stile immediato, asciutto, lei antesignana della corrente letteraria minimalista statunitense che si è affermata negli anni Ottanta ad opera di autori come David Leavit, Jay McIrney e Susan Minot, è stato paragonato a quello di Salinger, Cheever e Updike, Nella prefazione ella scrive “… Gelide scene d’inverno è probabilmente quanto di più vicino a un’autobiografia mi capiterà mai di scrivere”.
Nella gelida East Coast, nell’inverno del nostro scontento le anime in pena del romanzo sono alla ricerca di una impossibile felicità.
Ann Beattie è nata l’8 Settembre del 1947 a Washington da una famiglia della middle-class americana. Nel 1969 si diploma in inglese preso la American University di Washington. Si iscrive all’Università del Connecticut con il progetto di diventare insegnante iniziando a scrivere racconti. Trova un mentore nel critico e poeta J.D. O’Hara, professore presso la stessa Università, il quale dopo aver letto i suoi manoscritti invia alcuni racconti della Beattie al New Yorker, dove viene notata e incoraggiata dall’editor Roger Angell. Nel 1972 un suo racconto viene pubblicato sulle pagine della rivista. Nel 1976 escono in contemporanea per Doubleday una raccolta di racconti Distorsions e il romanzo Chilly Scenes of Winter. Il successo è immediato. Da allora la scrittrice ha pubblicato sette romanzi tra i quali Falling in place (1980), Love always (1985), Picturing Will (1989), The Doctor’s House (2002) e otto raccolte di racconti, l’ultimo Follies (2005). Sempre nello stesso anno ha ricevuto il Rea Award for the Short Story. I riconoscimenti precedenti erano stati nel 1980 il premio letterario dell‘American Academy of Arts and Letters e nel 2000 il PEN/Malamud Award per la narrativa breve. Attualmente insegna Scrittura creativa presso l’Università della Virginia.
Ann Beattie sarà in Italia ai primi di Ottobre per presentare Gelide scene d’inverno nei seguenti luoghi:
Venerdì 9 Ottobre: ore 18,30 Libreria Centofiori di Milano, Piazzale Dateo, 5
Sabato 10 Ottobre: ore 17 al Pisa Book Festival, Palazzo dei Congressi (Sala Fermi) Pisa
Informazioni: www.minimumfax.com
Voto: 8
Autore: Ann Beattie
Titolo: Gelide scene d’inverno
Editore: Minimum Fax
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 13,50 euro
Pagine: 414