Ne “Il paese delle prugne verdi” (Keller Editore, 2008) di Herta Mueller, traduzione di Alessandra Henke, la scrittrice descrive la storia narrata in prima persona dalla protagonista, una giovane studentessa la cui vita viene sconvolta quando una sua giovane amica Lola si suicida. Insieme ai suoi colleghi ella inizia ad indagare sulle ragioni di questa disgrazia attirando l’attenzione di un capitano di polizia.
Il gruppo desidera fuggire dalla Romania oppressa dal regime dove la libertà, fatta anche di letture e pensieri proibiti, è un comune anelito. Ma nonostante tutto l’amore e l’amicizia riescono a sopravvivere. Herta Mueller non dimentica le atroci sofferenze patite dal suo popolo, dove aleggiava lo spettro del sospetto e della delazione, mantenendo quindi viva la memoria anche vent’anni dopo la caduta del Muro di Berlino. Il suo è un lavoro di cronista annotando i disastri apportati dalla dittatura nei confronti dei diseredati accompagnato da un altissimo senso etico.
Herztiel traducibile la bestia nel cuore, neologismo creato dall’autrice per il romanzo scritto nel 1994 e tradotto in quindici lingue le è valso nel 1998 l’Impac Dublin Literary Award, il Premio Kafka ed altri prestigiosi riconoscimenti europei. Nel nostro paese lo struggente libro, considerato il suo romanzo-capolavoro, è stato pubblicato da una giovane casa editrice di Rovereto capitanata da un altrettanto giovane presidente Roberto Keller, il quale ora sta alacremente ristampando le copie del volume, finora ne aveva vendute ottocento, testimonianza del fatto che la scrittrice in Italia era quasi sconosciuta.
Lo stile della Mueller è lirico, evocativo ed immaginifico tant’è vero che si può definire il romanzo come un poema in prosa. Il modo di scrivere dell’autrice, molto nota in Germania ed in Europa, aveva partecipato lo scorso Settembre al 13° Festival delle Letterature di Mantova, è inoltre essenzialmente metaforico, tipico dei paesi degli scrittori oltrecortina, i quali per eludere la censura erano costretti anche nella corrispondenza personale ad usare codici e metafore come del resto accade nel romanzo “se stiamo in silenzio, siamo imbarazzanti, se parliamo, diventiamo ridicoli”.
Herta Mueller è nata il 17 Agosto 1953 a Nitchidorf nel distretto di Timis il 17 Agosto 1953 nel Banato rumeno ed appartenente alla minoranza germanofana.. Studia all’Università di Timisoara e nel 1976 inizia a lavorare come traduttrice in una azienda ingegneristica dalla quale sarà licenziata nel 1979 per non aver voluto collaborare con la Securitate, i servizi segreti del regime comunista. Nel 1982 pubblica il suo primo libro Niederungen, una raccolta di racconti che escono in forma censurata. Nel 1987 lascia la Romania per la Germania insieme al marito lo scrittore Richard Wagner per sfuggire alle persecuzioni del regime dittatoriale di Ceausescu. Nel 1995 viene accolta nell’Accademia tedesca di Letteratura e Poesia. I suoi libri tradotti in Italia sono: Bassure (Editori Riuniti 1987), In viaggio su una gamba sola (Marsilio 1992), Il paese delle prugne verdi (Keller 2008). Atemschaukel (L’altalena del respiro) uscito quest’anno in Germania e di prossima pubblicazione in Italia ora conteso all’asta da molte case editrici, narra la storia di Oskar Pastor, il quale a soli diciassette anni viene deportato da un paese al di là della cortina di ferro come potrebbe essere la Romania, in un campo di lavoro ucraino. Con la concentrazione della poesia e la franchezza della prosa ha rappresentato il mondo dei diseredati. Con questa motivazione l’Accademia svedese ha spiegato le ragioni dell’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura 2009 a Herta Mueller.
Voto: 8
Autore: Herta Mueller
Titolo: Il paese delle prugne verdi
Editore: Keller
Anno di pubblicazione: 2008
Prezzo: 14 euro
Pagine: 256