Vent’anni dopo la caduta del muro di Berlino, “La vita ai tempi del comunismo” (Bruno Mondadori, 2009) di Peter Molloy , è un viaggio illuminante nella vita di persone comuni all’ombra dei regimi comunisti.
L’autore, giornalista della BBC, attraverso interviste a uomini del partito, atlete, uomini di Chiesa, spogliarelliste, cosmonauti, ci restituisce il ritratto vivido di un mondo spesso raccontato attraverso le lenti delle opposte ideologie, e che qui invece viene dipinto in tutta la sua complessità e i suoi chiaro scuri. Un’inchiesta nei paesi rossi: Germania Est, Romania e Cecoslovacchia.
Nessuno spazio per ricordi bizzarri e nostalgici alla Good Bye Lenin: le storie di Molloy sono vita vera, sofferta, fatta di quotidiano, di dolore e a volte anche di malinconia per un mondo ormai sbiadito. C’è la storia di Jurgen Krause, il cuoco di Erich Honecker, leader della Repubblica democratica tedesca (Ddr): “Sono stato cresciuto come comunista, al servizio del governo, e ne andavo fiero” ha raccontato a Molloy. “Il comunismo è una buona cosa, quando la si fa nel modo giusto“. Il cosmonauta cecoslovacco Vladimir Ramek, primo uomo né sovietico né americano ad andare nello spazio, si sentiva “parte di un’impresa che poteva favorire enormemente il mio Paese“.
Anche nella Ddr, dove era più rigido il controllo del partito e della polizia di Stato, la Stasi, non era tutto nero. Eloquenti le parole della cantante della Ddr Corinna Harfouch, citate nella postfazione: “Non riconosco il mio Paese nelle descrizioni della stampa e dei media. Non avevamo soltanto l’autunno e l’inverno. Avevamo anche la primavera e l’estate. Nella vita, non c’era solo la Stasi“.
Non manca però, nel libro di Molloy, l’inverno della paura, dell’ansia, del controllo sulla vita delle persone, che si ritrova nelle storie tremende di Andreas Krieger, una delle atlete di punta della Germania Est, trasformata in cavia da laboratorio da un programma di doping promosso dallo Stato. O nelle parole di Erika Riemann, che ancora minorenne fu condannata a otto anni di carcere per aver ritoccato con il rossetto un ritratto di Stalin.
“La vita ai tempi del comunismo” è un libro appassionante, un esempio del miglior giornalismo, che sa unire al rigore la capacità di raccontare evocando attraverso singole esistenze un intero mondo e un periodo tra i più decisivi del Novecento.
Peter Molloy è un giornalista della BBC. Le interviste raccolte nel libro hanno dato origine a una fortunata serie televisiva trasmessa in Gran Bretagna e in altri Paesi europei. Per la BBC ha prodotto diverse serie, come “CIA”, una storia dell’agenzia di intelligence americana, “Clear the skyes”, sull’attentato dell’11 settembre, e “Dirty money”, sui crimini della finanza internazionale. “La vita ai tempi del comunismo” è il suo primo libro.
Voto: 8
Autore: Peter Molloy
Titolo: La vita ai tempi del comunismo
Editore: Bruno Mondadori
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 20 euro
Pagine: 280