Incombente. È questa la sensazione quasi divina che permea ogni riga del libro di Niccolò Ammaniti, fin dal titolo “Come Dio Comanda“ (Mondadori, 2006). Ambientato in una landa ai margini di una provincia del nord est italiano, il romanzo rimane a metà fra il thriller e il romanzo di formazione, in un gioco caro ad Ammaniti che già l’aveva presentato nei suoi lavori precedenti, “Io non ho paura” su tutti.
L’alternanza dei due generi produce un coinvolgimento totale del lettore nella vicenda, costruita sul complicato e tragico rapporto tra padre e figlio, portato dall’autore sull’altalena costante dell’imprevisto.
Attorno al protagonista, Cristiano Zena, un ragazzo di quattordici anni alle prese con i problemi più comuni e più infimi di quell’età come la scuola, il rapporto con i compagni e, soprattutto, con le compagne, si apre la vicenda di suo padre, Rino: disoccupato, emarginato, violento e per questo sotto il controllo dell’assistente sociale, ma con un amore immenso per il figlio. Attorno a questi due personaggi, ruotano due amici di Rino, Danilo e Corrado, quest’ultimo dominato da problemi psichici. In una sera come le altre, i tre decidono di imprimere una svolta alla loro vita. Progettano un piano semplice, pulito. Ma, sopra le volontà e le intenzioni di questi burattini, gioca l’incombenza del volere divino, che farà intrecciare desideri e imprevisti, in uno sviluppo che ricorda la tragedia greca.
Romanzo potente, manifesta le sue intenzioni soprattutto nella descrizione minuziosa del paesaggio che circonda i protagonisti, regalando un affresco dell’Italia d’oggi: dalla desolante periferia in cui regnano immensi centri commerciali, capannoni fumosi e baracche ai margini del benessere, dove gli uomini e le donne si specchiano in fiction o soap, riuscendo solo ad imitarne ignoranza e volgarità, odio verso il diverso, verso gli extra comunitari e una voglia di fascismo rinnovata. Questo affresco rimane però dominato dalla volontà apocalittica: nella notte della svolta, infatti, una tempesta fuori da ogni tempo investe il progetto dei tre uomini, facendo straripare i fiumi del paese, l’elettricità salta lasciando al buio l’intero viatico, la pioggia investe ogni angolo di quella cittadina maledetta dall’ira di Dio, ripresa fin nel dettaglio più piccolo dell’incoscienza delirante di una notte folle.
Premio Strega 2007, “Come Dio Comanda”, non dimentica l’uso del ritmo come principale strumento di intrattenimento e carrello sul quale portare la vicenda: quasi nervoso, lo stile di Ammaniti svolge in questo romanzo un ruolo chiave, permettendo ai protagonisti di rivelare la loro violenza e la loro umanità all’interno di una società grottesca che si rivela per la sua autenticità nell’ambientazione apocalittica in cui ognuno è costretto a render conto al suo burattinaio.
Nicolò Ammaniti, nato a Roma il 25 settembre 1966, esordisce nel 1994 con il suo primo romanzo, intitolato branchie! pubblicato dalla casa editrice Ediesse nel 1994, per essere poi acquisito dall’Einaudi nel 1997. Nel 1999 è uscito il romanzo Ti prendo e ti porto via, sempre per Mondadori. La notorietà a livello nazionale giunge per Ammaniti nel 2001, quando pubblica il romanzo Io non ho paura, trasposto due anni dopo nell’omonimo film di Gabriele Salvatores.
Voto: 7,5
Autore: Niccolò Ammaniti
Titolo: Come Dio Comanda
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2006
Prezzo: 13 euro
Pagine: 495
bella recensione, complimenti