“Io non so fare niente” (Giovane Holden Edizioni, 2008), esordio narrativo di Franco Calandrini, è una raccolta di racconti che ha per leitmotiv l’impossibilità di relazioni affettive serene: assomigliano, i personaggi, alle famiglie infelici di un celebre incipit tolstojano, ognuno infelice a suo modo. Uno dei racconti più lirici è “Mille Miglia“, testimonianza d’affetto di un figlio nei confronti del padre, che gli ha trasmesso l’amore per le automobili.
Il ricordo dell’adorata auto giunta al termine del suo percorso risveglia quello della fine del padre, accompagnato da un viatico d’eccezione: la Mille Miglia.
“Una seconda occasione” è il racconto di una scrittrice in crisi creativa dopo il successo del primo romanzo. Cita Robert Musil, traduce Virginia Woolf e confronta la sua vita da trentenne con quella di artisti illustri. Nascerà anche una lucida e cupa analisi della propria sfera affettiva. Un appuntamento al buio è il tema de “La notte di San Lorenzo“, altro racconto degno di nota: una quarantenne va a cena con un uomo più giovane conosciuto in chat, e passa la serata a giudicare ogni sua singola mossa. Per di più, si accorge di non avere nessun desiderio da affidare alle stelle cadenti della notte di San Lorenzo.
“Poteva capitare a chiunque” spinge il lettore a soffermarsi su tematiche profonde: il senso del dolore, la relativizzazione dei problemi di fronte alla morte, la perdita di dignità causata dalla malattia. Intriso di nostalgia à la Amarcod è il racconto “La mia bottega“: la storia di un barbiere che comincia l’attività commerciale nel 1961 e registra le trasformazioni di costume e urbanistiche che avvengono fino a oggi. Si ha la percezione che la parte più significativa della vita sia ormai trascorsa e che fosse anche migliore di quella attuale.
Un personaggio che entrerà nell’immaginario del lettore, una volta fatta la sua conoscenza, è Saddham (che significherebbe anche “l’indesiderato”), il nano di “Sono cattivo, davvero“. Affida al lettore il racconto delle ultime vicende della sua vita. La sua morte, ad opera del branco, costituirà l’epilogo di una vita trascorsa tra attività illecite, atti di pura cattiveria e un omicidio.
I racconti di Calandrini sono un chiaro omaggio a Raymond Carver, uno degli scrittori di racconti più significativi del ‘900. Narrazioni avvincenti, dove l’attenzione del lettore è magistralmente sempre alta, con l’unico difetto della ripetizione di alcuni elementi, per esempio i nomi dei protagonisti, che danno la sensazione del “déjà lu”.
Franco Calandrini è nato a Ravenna nel ’61, laureato al D.A.M.S., dapprima assistente di laboratorio di Fisica e taxista, poi produttore di documentari, corti e videoclip e infine fondatore di due festival di cinema di caratura nazionale.
Voto: 7
Autore: Franco Calandrini
Titolo: Io non so fare niente
Editore: Giovane Holden Edizioni
Anno di pubblicazione: 2008
Prezzo: 10 euro
Pagine: 186