Roberto Petrini in “Processo agli economisti” (Chiarelettere, 2009), presentato ieri a Roma, ci racconta cosa prevedevano e professavano i guru dell’economia mondiale negli ultimi anni. E parla della crisi ha stravolto il mondo.
Il Dio mercato e la globalizzazione avrebbero creato benessere per tutti. I mercati, se lasciati liberi di funzionare, avrebbero, di volta in volta, trovato i propri equilibri. Lo stato doveva stare il più possibile fuori dall’economia e dal mercato. Questo è stato il pensiero unico degli ultimi decenni. Una sicurezza più simile a una sicumera, la maggioranza degli economisti ci avevano “illuso” di capire e interpretare con buona approssimazione gli sviluppi economici.
La competenza e la chiarezza del testo si sente immediatamente dalla prefazione di Loretta Napoleoni. Un libro ricco di dati su cui riflettere e con frasi che resteranno alla storia: “Come è possibile che nessuno si sia accorto che stava arrivandoci addosso questa crisi spaventosa?” La Regina Elisabetta II d’Inghilterra, in occasione dell’inaugurazione di una nuova sala del tempio mondiale degli studi economici, la London School of Economics (Lse), nei primi giorni di novembre del 2008 lanciava il suo rammarico. Un anno terribile il 2008, gli errori di previsione hanno provocato brutte figure ed enormi perdite di credibilità a molte istituzioni internazionali.
La Banca Centrale Europea (BCE), la Federal Reserve (FED), il Fondo Monetario Internazionale (FMI), la Banca Mondiale (WB), Ocse, General Motors, Goldman Sachs. Una lista interminabile di protagonisti della scena mondiale economica, guidati spesso da economisti, seminavano ancora ottimismo a piene mani agli inizi del 2008, nonostante i segni di cedimento erano già evidenti da molti mesi. Dimostrando una chiara e preoccupante lontananza dalla realtà.
Finalmente un testo che tratta l’economia con la chiarezza di cui un neofita ha bisogno. Tra le critiche giunte alla classe degli economisti, spiccano quelle di un’eccessiva arroganza e, soprattutto, quella di comunicare con scarsa semplicità. Troppa matematica e termini tecnici nei loro scritti. Emblematico ricordare che John Maynard Keynes (l’economista a cui si riconosce il merito di aver portato il mondo fuori dalla crisi del 1929) scrisse la “Teoria Generale dell’Occupazione, dell’interesse e della moneta” (1936) senza una sola formula matematica. Esistono molte scuole di pensiero, per questo molti critici della categoria sorridono nel vedere tante soluzioni agli stessi problemi: “Un economista è un esperto che verrà a sapere domani perché ciò che ha previsto ieri non si è verificato oggi.” (Anonimo)
Petrini ha il merito e la professionalità per rendere un’analisi così complessa e delicata ricca di tutti i protagonisti negativi e positivi: alcuni, molti, avevano previsto questa crisi violenta da molto tempo. Non furono ascoltati ma derisi. Altri ricevevano istruzioni ben precise su cosa raccontare e non facevano altro che eseguire gli “ordini.”
Roberto Petrini è giornalista de “la Repubblica”, si occupa principalmente di temi legati all’economia. E’ autore di “Il declino dell’Italia” (2004) e “L’economia della pigrizia” (2007), entrambi pubblicati da Laterza. Ha raccolto in due volumi le testimonianze biografiche e le storie intellettuali di Paolo Sylos Labini (Un paese a civiltà limitata, Laterza 2001) e Giorgio Fuà (Uomini e Leader, Centro Calamandrei 2000).
Voto: 8
Autore: Roberto Petrini
Titolo: Processo agli economisti
Editore: Chiarelettere
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 13,60 euro
Pagine: 170