“C’è tutto un mondo intorno“ (No Reply, 2009) di Michele Monina è una guida sulla musica italiana ben strutturata. Dal dialogo con l’autore emergono tratti interessanti sulla situazione musica dell’Italia, le lacune e il futuro. Un modo divertente e unico per dimenticare finti capolavori e (ri)scoprire canzoni ingiustamente trascurate. Un percorso molto personale, quello dello scrittore anconetano, che possa portare, infine, a stilare una playlist delle canzoni italiane di sempre.
Il titolo può dar adito a dubbi. Qual è il mondo di cui parla e quali sono le due specificità?
“Scegliendo questo titolo, a sua volta usato dai Matia Bazar per una canzone (la prima “ballata” da mio figlio Tommaso), volevo ovviamente giocare sull’ambiguità. Da una parte si può intendere come il mondo della musica e tutto quello che ci gira intorno, dall’altro come il mio mondo e tutto quello che ci sta intorno. Essendo in realtà sia un libro sulla musica leggera italiana, che un “mio” libro sulla musica leggera italiana, molto ma molto autobiografico, ho lasciato al lettore il diritto/dovere di scegliere la versione che meglio gli aggrada di questa duplice interpretazione.”
Come si è avvicinato alla scrittura di questo libro? Soltanto passione e studio?
“L’idea mi è stata proposta e io da anni aspettavo il mio momento di raccontare la mia visione dei fatti. Da sempre mi metto dentro i miei libri, come dentro i miei articoli, non per eccessivo narcisismo (o non solo), ma perché questo è il modo che ho scelto per raccontare la contemporaneità, dando a me stesso (a un me stesso scritto, quindi non necessariamente vero e reale) il compito di guida del lettore. Non so se C’è tutto un mondo intorno sia un libro su di me o sulla musica, e francamente non mi interessa più di tanto scoprirlo. Ho cercato di scrivere trecento pagine che potessero coinvolgere il lettore, mettendomi in gioco e invitandolo a giocare con me. Passione e studio, ovviamente, sono parte integrante del mio occuparmi professionalmente di musica, uno dei grandi misteri in cui sono incappato nella mia vita (cioè, come sia possibile che uno come me venga considerato tale).”
Un viaggio nella musica italiana. Cosa ha trovato in questo universo?
“Un mondo diverso dal mondo reale, e al tempo stesso uno specchio di questo.”
Quali sono i finti capolavori e le canzoni trascurate nel panorama musicale italiano?
“Finti capolavori, a dire il vero, ne cito pochi. Nel senso che di quelli che non mi interessano non scrivo. Ho lasciato fuori, facendo piuttosto incavolare i miei colleghi, nomi intoccabili come Gaber o Conte, tanto per citarne due, ma i gusti sono i gusti e questo è il mio libro (nei libri, si sa, il nome dell’autore è sopra il titolo e sopra il nome della casa editrice). Capolavori trascurati ce ne sono parecchi. Magari trascurati dal grande pubblico, non dalla critica. Che so?, penso a nomi di amici, come Cristina Donà, Moltheni, i 24 Grana. Ma anche L’Aura, non abbastanza famosa come meriterebbe. Ma anche Roberta Carrieri, che nel libro viene citata solo in quanto vocalist dei Fiamma Fumana. Anzi, approfitto per cercare di riparare a un errore gravissimo che ho fatto, nella stesura finale (essendo questo un libro scritto a più riprese alcune parti sono andate perse) sono rimasti fuori gli Scisma, una band fondamentale per il panorama rock italiano. Ecco, Sara Mazo degli Scisma, che da tempo non canta più per il grande pubblico, è un talento assoluto che vorrei presto tornasse a cantare. ”
I media che ruolo giocano nelle dinamiche della diffusione della canzone italiana? E quali le sue responsabilità
“I media, in Italia come altrove, sono responsabili di tante cose, anche della sopravvalutazione di artisti inesistenti e dell’indiffereza di nomi notevoli (vedi sopra). Fosse per me Amici e X-Factor non dovrebbero essere trattati in articoli o servizi che parlano di musica, perché lì di musica non ce n’è, tanto per essere chiari. Detto questo, ci sono responsabilità ben più gravi di quelle legate alla musica, per cui non starei qui a lanciare strali. Diciamo che mi sono fatto le ossa su una rivista bistrattata da quelli con la puzza sotto il naso come TUtto Musica, ma che il panorama che c’è ora, con Tutto Musica chiuso in soffitta dalla Mondadori, è davvero desolante. Per non parlare delle televisioni musicali, poi…”
Infine, dove sta andando la musica italiana?
“Lo sapessi farei il discografico. No, scherzi a parte, ci sono nomi che stanno emergendo di ottima qualità, vedi la stessa L’Aura, Malika Ayane e band come gli Ariadineve, tanto per fare qualche esempio. Poi è chiaro, a Sanremo vince Marco Carta e Arisa, e certa gente si ostina a considerare artisti gente come Alessandra Amoruso e Giusy Ferreri. Quindi, direi, la musica naviga a vista, bisogna solo scegliere quella giusta da ascoltare.”
Michele Monina, nato ad Ancona nel 1969, vive e lavora a Milano, tifa Genoa. Giornalista e scrittore, si è sempre occupato di cultura popolare, in particolare di musica e sport. Per Rizzoli ha pubblicato Vasco, la biografia (2007), GeneRAPzione, viaggio nell’hip hop italiano da Celentano a Fabri Fibra (2007) e, insieme a Caparezza, Saghe mentali (2008).
Info: leggi le pillole del libro
Autore: Michele Monina
Titolo: C’è tutto un mondo intorno
Editore: No Reply
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 14 euro
Pagine: 300
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