Luigi Anolli, autore di “Mentire” (Il Mulino, 2003), avvicina il lettore al tanto affascinante mondo della menzogna. Il libro fa parte della collana “farsi un ‘idea”, creata per stimolare il lettore portandolo a essere scopritore, piuttosto che passivo assimilatore di nozioni. “Mentire” si presenta come una riflessione, un viaggio su tema che ha sempre maggiore rilevanza nella società contemporanea.
Perché si mente? Quante menzogne si dicono? I bambini possono mentire? Queste sono solo alcune delle domande a cui l’autore risponde nel testo. La menzogna – intesa come atto comunicativo volto ad ingannare l’ascoltatore – è sempre più utilizzata quindi perché non imparare a difendersi? Per farlo basta leggere il settimo capitolo del libro intitolato “Modi per scoprire le bugie” all’interno del quale vengono elencati gli indizi che possono portare allo smascheramento del bugiardo che viene dipinto come un uomo abile, intelligente ma certo non fuori dal comune. Il lettore si ritroverà quindi nell’identikit del perfetto mentitore e sorriderà compiaciuto nello scoprire che “la menzogna è atto d’ingegno e solo l’idiota è trasparente come il vetro“.
Uomini che mentono per necessità (o per virtù) e bambini che fingono per gioco. Ampio spazio è dedicato al valore che la menzogna riveste nei bambini. Se è vero che il bambino apprende la differenza tra verità e finzione a diciotto mesi – e inizia a giocare con loro – è altrettanto vero che è praticamente impossibile mentire prima dei tre o quattro anni. Numerosi psicologi sostengono infatti che il bambino per imparare a mentire debba disporre di una teoria della mente (sviluppata verso i tre anni) che gli permetterebbe di comprendere il comportamento altrui e giudicarlo o meno menzognero. A questo proposito nel libro vengono riportati due dei più celebri esperimenti utilizzati per capire se un bambino abbia o meno sviluppato la capacità di riconoscere le false credenze: il test del trasferimento inatteso (messo a punto da Cohen, Leslie e Frtith) e il test della confezione ingannevole (di Perner, Leekam e Wimmer).
Dai bambini si passa ai politici senza risparmiare neanche gli animali. Camuffamento e mimetismo sono due termini che non stupiscono più di tanto ma se si arriva a parlare di menzogna tattica negli animali forse restiamo un po’ più sorpresi. Eppure anche gli animali mentono e per di più lo fanno intenzionalmente, proprio come l’uomo; mentono per il cibo, mentono per accoppiarsi, mentono per avere più. E proprio la smania di avere di più che porta tutti – animali e non – ad avere un atteggiamento menzognero ma, a che prezzo? Questo è il vero messaggio del libro. Anolli di tutta risposta cita l’arabo Caled che malinconicamente scrive:”Forse la verità non esiste, ma il bisogno di verità si.”
Siamo figli di questo bisogno, che per noi dovrebbe essere un imperativo categorico, o siamo figli di altre divinità illusorie? L’autore lascia aperto questo interrogativo facendo velatamente trasparire la sua opinione.
Luigi Anolli insegna Psicologia della comunicazione e Psicologia culturale nell’Università Cattolica di Milano. Tra le sue pubblicazioni con il Mulino: “Psicologia generale” (con P. Legrenzi, 2001), “Psicologia della comunicazione” (2002) e, in questa stessa collana, “La vergogna” (2000).
Voto: 6,5
Autore: Luigi Anolli
Titolo: Mentire. Tutti lo fanno, anche gli animali
Editore: Il Mulino
Anno di pubblicazione: 2003
Prezzo: 8,80 euro
Pagine: 135