“Diario di una donna che ha tradito” (Avagliano, 2001), di Simona Izzo, racconta in prima persona la storia di Laura, della sua passione sfrenata per Lorenzo, di un amore illecito ma quasi necessario, vitale. La realtà che viene fuori dalla lettura di questo diario intimo è uno spaccato di psicologia femminile, schietto, senza pudori, intriso di pulsioni uterine e di morbosa vitalità: “L’amore è così. L’amore è un affanno. È il desiderio di raggiungere qualcuno per non annegare, sperando di annegare prima…”.
Così, l’incontro tra Laura, editor di professione, e Lorenzo, professore di filosofia affetto da una profonda depressione, sfocia in una sorta di nevrotica affinità di cui il diario è l’unico, sincero testimone. Il diario di lei, della donna, di questo universo così troppo a lungo trascurato, ma anche così enormemente misterioso.
La passione per un altro uomo diventa allora spunto per flussi di pensieri incontrollati, quasi malati si potrebbe dire, se non riflettessero in parte anche le pulsioni dei nostri “Io” più profondi. Si scopre così quanto possa essere sottile il limite tra ossessione e affetto nell’amore tra madre e figlio maschio, tra padre e figlia, che la nascita di un bambino è un trauma tanto per chi è generato quanto per chi genera, dopo mesi di condivisione della vita in un corpo solo: “Gli uomini che ci fanno innamorare sono tutti figli nostri, li abbiamo partoriti in un’altra vita, per questo li riconosciamo e ce li vogliamo riprendere. Noi diamo il mondo al mondo… Il mondo è nostro, è tutto nostro.”
Simona Izzo si spenge oltre il normale svolgimento della narrazione che, anzi, sembra quasi non importarle. Ciò che prevale in “Diario di una donna che ha tradito” sembra essere una sola volontà, quella di immortalare uno spaccato di universo femminile, senza pudori né reticenze. E sebbene in parte la scrittura ne risenta soprattutto nel finale, lo scopo, nel complesso, appare raggiunto, anche grazie alla forza di espressioni icastiche proprie solo dell’essere donna.
Simona Izzo, sceneggiatrice e regista, ha scritto numerosi soggetti e sceneggiature per il cinema e la TV: Arrivederci e grazie (1987), Piccoli equivoci e Gente di famiglia (1988), La sindrome di Stendhal (1989), Ultrà (1991, Orso d’Argento al Festival di Berlino), La scorta (1993, vincitore di 5 David di Donatello, premio del pubblico al Filmfest di Chicago), Papà prende moglie (1993), Canone inverso (1999, David di Donatello e 2 Ciak d’Oro). È anche autrice del monologo teatrale 40 e 4 (1990). Ha diretto i film: Parole e baci (1985), Maniaci sentimentali (1994, 4 David di Donatello e 4 Ciak d’Oro), Camere da letto (1996).
Voto: 6,5
Titolo: Diario di una donna che ha tradito
Autore: Simona Izzo
Editore: Avagliano
Anno di pubblicazione: 2001
Prezzo: 12,40 euro
Pagine: 136