C’è un qualcosa di inconsueto e di raffinato in “Il trionfo dell’asino” (Del Vecchio editore, 2009) scritto da un autore, Andrea Ballarini, capace sin dalle prime pagine di catturare l’attenzione del lettore attraverso l’arte della scrittura.
Un’arte che si fa al tempo stesso strumento e attrattiva di un romanzo ironico e sapiente.
A metà tra il giallo (o “semplicemente” romanzo) storico e il racconto picaresco, soprattutto nel gioco tra i personaggi in un ipotetico labirinto di iniziazioni e azioni ora volute ora non volute, questo libro riesce a muoversi con facilità tra le linee: atmosfere, luoghi e personaggi si dissolvono continuamente ricreando in maniera costante una direttrice narrativa coerente ed efficace.
L’ambientazione seicentesca è elaborata con minuziosa eleganza, riuscendo nell’intento prettamente storico che si vuole raggiungere e che si raggiunge soprattutto attraverso i riferimenti al mondo teatrale e delle maschere. L’io autobiografico, costretto ad uno slancio temporale troppo vasto, diventa pura rappresentazione di desiderio creativo, furor poetico e artistico capace di avvicinare il tempo della narrazione a quello dei nostri giorni, edificando solidamente una struttura ben pensata e ben realizzata.
La tessitura della trama si coglie attraverso invisibili sentieri che conducono la narrazione ad una divisione in micro-livelli, un numero indefinito, e in almeno tre macro-livelli: uno rappresentato dalla molteplicità degli eventi in una escalation modernamente thriller, uno legato alla chiave di lettura da trovare soprattutto nell’intrigo storico-politico, un ultimo contenente le considerazioni e le digressioni filosofiche, spesso decorative e “stilistiche” ma mai inconsapevoli.
Declinare il valore di questa opera – ottimo nel linguaggio, nella ricerca letteraria e in quella storica – attraverso il plot è difatti pericoloso ma non si può e non si deve tralasciare l’iter squisitamente umano del protagonista che da maschera prettamente borghese si riduce a immagine di se stesso e, di riflesso, a rappresentazione dell’animo umano, sempre attratto e respinto dal fascino, incondizionato nei secoli, dell’arte.
Andrea Ballarini nasce a Milano il 13 agosto 1961. Dopo il liceo scientifico si iscrive inutilmente a Giurisprudenza e giunge alle soglie della laurea in Lettere Moderne, che non consegue perché dal 1989, dopo aver conosciuto il pubblicitario Enzo Baldoni si dedica all’advertising. Per vivere, da allora fa il copywriter, prima per una mezza dozzina di agenzie di pubblicità internazionali e poi come freelance. Per non morire scrive delle storie. Nel 2003 appare il suo primo romanzo Giallo Viola – Casanova, il cinema e l’amore da cui viene tratta una lettura teatrale a tre voci, rappresentata al Teatro dell’Archivolto di Genova nel dicembre dello stesso anno. Dal 2001 vive a Roma, ma continua a lavorare come copy freelance a Milano.
Info: leggi il prologo
Voto: 7.5
Autore: Andrea Ballarini
Titolo: Il trionfo dell’asino
Anno di pubblicazione: 2009
Editore: Del Vecchio
Prezzo: 17,50 euro
Pagine: 464
E’ uno splendido libro. Sia da un punto di vista narrativo che da quello linguistico. Ho avuto la fortuna di conoscere l’autore, ed è persona colta e intensa. Lo consiglio vivamente a tutti i lettori !