Tra tutte le droghe, lei è sicuramente la regina. E nel paradiso terrestre, sarebbe Eva, tentatrice ammaliante del peccato. Le hanno dedicato canzoni, poesie, frasi, nottate, vite e chi più ne ha, ne metta. E’ stata studiata e osservata da molti psicologi, psicoterapeuti, tossicologi. Paolo Rigliano ed Emanuele Bignamini si sono riuniti decidendo di scriverle un libro: “Cocaina“ (Raffaello Cortina, 2009). Il risultato sono trecentocinquanta pagine fitte di riflessioni, analisi, diagnosi e strategie terapeutiche.
Chiariamo subito che non si tratta di un testo semplice, ma di un manuale tecnico che vuole offrire un panorama completo sulle conoscenze scientifiche del consumo di cocaina ai nostri giorni. Ciò non significa, comunque, che ne sia vietata la lettura a tutti i cosiddetti non “pscicolaureati” interessati.
Come spiega uno degli autori, Paolo Rigliano, lo scoglio più ostico da superare oggigiorno, è dato dalla scorretta rappresentazione della cocaina nella società attuale. Per batterla, scrive sempre Rigliano, è necessario distruggere il suo fascino, alimentato da false, quanto radicate costruzioni sociali. Infatti, mentre l’eroinomane viene percepito come un animale ferito, consumato dalla propria debolezza, tutto preso a contorcersi nella gabbia di dolore che lui stesso si è creato, il cocainomane è visto come l’eroe del piacere estremo, trionfante di gloria e potenza. Il viveur, insomma. Del resto, al di là delle facili ipocrisie, la cocaina è accolta positivamente nei più diversi contesti socioculturali.
La capillare diffusione e l’uso massiccio della polvere bianca, rivelano un solido legame tra cocaina e società contemporanea. Sembra infatti che la “regina”, sia per molti aspetti l’incarnazione delle tendenze attuali: essere sempre felici, belli e vincenti. In una parola, essere finti, di plastica. Proprio come consente (a tradimento) la polverina magica. Promette sogni di gloria e intanto scava nuovi vuoti nell’anima. L’incantesimo si trasforma in incubo e mentre si abdica dalla realtà vera delle cose, ci si illude di vivere intensamente.
Nel libro, partendo da un’analisi della società e delle differenti tipologie di consumatori, si analizzano nel dettaglio le conseguenze (spesso taciute anche per chiari motivi commerciali) e si propongono diverse strategie terapeutiche e trattamenti farmacologici. Il testo è pensato come mezzo per colmare le carenze, in Italia, sul consumo (uso, abuso, dipendenza e mania) di cocaina, contribuendo a diffondere una consapevolezza più matura e completa sulla malignità intrinseca della cocaina.
Paolo Rigliano è medico specialista in Psichiatria e Criminologia clinica, psicoterapeuta sistemico-relazionale, specializzato in sessuologia. Dal 1990 lavora nel Dipartimento di Salute Mentale di Milano. E’ autore di diversi libri sulle tossicodipendenze.
Emanuele Bignamini, è medico specialista in Psichiatria, lavora nel campo delle tossicodipendenze dal 1983. E’ autore di diversi libri sulle tossicodipendenze.
Alla stesura dei nove capitoli del libro, hanno contribuito altri professionisti in materia: Augusta Bianchi, Carolina Cappa, Luigi Cervo, Michele Ferdico, Lorenzo Somaini.
Voto: 8
Autori: Paolo Rigliano, Emanuele Bignamini (a cura di)
Titolo: Cocaina. Consumo, psicopatologia, trattamento
Editore: Raffaello Cortina
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 28 euro
Pagine: 350