In “Un Dio fedele alla storia” (San Paolo edizioni, 2009), Bruno Maggioni, sacerdote della diocesi di Como, cerca di cogliere il rapporto dell’uomo con Dio seguendo l’evoluzione dall’antico al nuovo testamento sottolineando con cura i vari passaggi che la Bibbia ci offre. Tutto parte inevitabilmente dall’esperienza di Israele chiamata ad interrogarsi sul rapporto con Dio, Jhwh.
Le risposte che il popolo tenta di dare ai vari accadimenti storici sono raccontati nella Bibbia (dal greco βιβλία = biblìa, plurale di biblìon, significante libri), dove si possono trovare formule brevi e dense di speranza “Jhhw ci hai tirato fuori dall’Egitto” e testi più lunghi e narrativi dove si evince che il rapporto di questo popolo con il suo Dio è prettamente storico e si esprime attraverso l’esperienza.
Nell’antico testamento il Dio di Abramo invita al cammino e al dialogo mostrandosi come un punto di riferimento (spesso i testi dell’antico testamento utilizzano il termine della “roccia”) e parlando si impegna per il futuro del suo popolo, promette.
Abramo scopre un Dio aperto ed universale “In te saranno benedetti tutti i popoli della terra” che pretende la fedeltà del suo popolo nelle azioni e nel cuore. Momento fondamentale per la storia di Israele è la liberazione dal potere del Faraone, in questa circostanza a Mosè viene rivelato il nome di Dio “Jhwh” nell’episodio del roveto ardente. In connessione alla rivelazione del nome di Dio, vi è la Alleanza tra Istraele e Jhwh con il dono della Legge a Mosè.
Nella Bibbia un ruolo che l’autore ritiene originale è certamente quello del profeta (dal greco προφήτης [prophētēs], letteralmente “colui che parla davanti“), persona di fede che avendo un rapporto speciale con Dio parla in suo nome ma non nel senso di vegente bensì come colui che sa vedere o meglio riconoscere nel tempo i segni ed i messaggi di Dio. L’autore spiega come il profeta accetta di vivere la fede in modo vicino al suo popolo quindi con sofferenza, persecuzione e solitudine.
Come esempio cita Geremia, uno dei quattro profeti di Israele, il cui libro è cosparso di confessioni dalle quali emerge il dolore e la delusione di un ” autentico uomo di fede ” alternate ad esclamazioni di gioia nel riconoscere l’amore di Dio.
Scrivendo del Nuovo Testamento, raccolta di 27 libri che compongono la seconda parte della Bibbia in seguito alla vita di Gesù, l’autore sottolinea un aspetto originale di Gesù definendolo come un “uomo lucido“, capace di saper guardare oltre e capire il signifiicato ultimo di ogni cosa. Emerge in Gesù la capacità unica di carpire il progetto del Padre al quale mostra obbedienza totale, un’obbedienza colma di amore e misericordia. Nella breve analisi dei vangeli, vengono enunciate le differenze tra i quattro stili sempre sottolineando quanto sia stata carismatica la figura di Gesù ed unica l’esperienza della resurrezione, sempre vista come il tempo del compimento della promessa.
Il libro si conclude con un breve sguargo sul concetto di Trinità, quale novità del messaggio cristiano.
Bruno Maggioni, sacerdote della diocesi di Como, è docente di “Esegesi del Nuovo Testamento” presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, e di “Introduzione alla teologia” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Autore di numerose pubblicazioni e studi biblici, è un testimone appassionato del rapporto tra la Parola di Dio e la vita, sempre attento all’uomo contemporaneo e alle sue domande. Nella presente collana ha pubblicato L’umanità della Bibbia. Le liete notizie della Scrittura (2008).
Voto: 6,5
Autore: Bruno Maggioni
Titolo: Un Dio fedele alla storia. L’esperienza spirituale nella Bibbia
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 10 euro
Pagine: 172