“Vorrei che fosse notte“ (Elliot, 2009) di Gisela Scerman è un romanzo di formazione e una saga familiare. Negli occhi del giovane protagonista prendono vita, tra amore, crudeltà e ingenuità le storie di un paesino veneto.
Il bambino che racconta la vicenda è figlio di una ragazza-madre, cresciuto in una famiglia semplice senza affetto e senza amore. C’è la madre Letizia che fa la spola tra il paese e il lavoro di cameriera in Germania, lo zio Frank, violento e irascibile, la nonna Irma fredda ed avvizzita e poi ci sono i compagni con i loro giochi crudeli e infine una maestra superstiziosa, che non lo comprende e lo riempie di brutti voti. Ma il paese non è fatto solo di figure negative, c’è infatti nonno Fiorenzo, un uomo buono, che cerca di fare da padre al ragazzino, ci sono Bepin, Beniamino e la bisnonna Adele e tanti altri personaggi le cui storie sono impresse nelle memorie degli abitanti del borgo.
La crescita del bambino avviene grazie alla ricerca e alla scoperta delle origini, sia le sue che quelle dei luoghi intorno, che si popolano di storie d’amore, di passioni folli, di viaggi e di drammi antichi e moderni. “Io amavo le ombre, le strade, la sera, la notte che tutto l’umano tace in montagna”.
La luce estiva del giorno e della vita sono troppo infuocate e dolorose per il bambino che preferisce affrontare i suoi fantasmi familiari protetto dal buio delle serrande e dal silenzio della sera.
“Vorrei che fosse notte” è un romanzo amaro, malinconico e profondo, in cui il momento di passaggio tra infanzia e adolescenza diventa anche il tempo di comprensione della passione, del male e del dolore dell’esistenza.
Gisela Scerman ha saputo creare con uno stile limpido, a tratti lirico e molto suggestivo un romanzo particolare, una saga familiare e di paese, con personaggi molto realistici e ben curati sotto il profilo psicologico, ognuno con i suoi sogni, desideri, tormenti e paure. Attraverso gli occhi del bambino si viene indotti anche alla riflessione non solo sugli avvenimenti, ma anche e soprattutto sul lento e inesorabile scorrere della vita:
Perché sono i figli e i giovani a morire, i vecchi quando chiudono gli occhi semplicemente se ne vanno.
Gisela Scerman vive in Emilia dove lavora come modella presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha pubblicato Piero Ciampi. Una vita a precipizio (Coniglio Editore, 2005) e La ragazza definitiva (Castelvecchi, 2007).
Voto: 7,5
Autore: Gisela Scerman
Titolo: Vorrei che fosse notte
Editore: Elliot
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 14 euro
Pagine: 153