Dopo un paio di rinvii è finalmente uscito a fine luglio per la Elliot edizioni il terzo e ultimo volume della saga di Gemma Doyle, “La rivincita di Gemma” (titolo originale “The sweet far thing“), di Libba Bray, autrice statunitense venuta alla ribalta proprio grazie a questi romanzi. Il successo di questa trilogia si deve al passaparola tra fan, che si sono lasciati travolgere da un intreccio in cui si possono trovare reminescenze dei romanzi di Jane Austen e di altre autrici dell’Ottocento. WEB/Visita il sito
Si passa dalla narrativa gotica, del fantasy, con venature femministe e richiami a universi dell’immaginario più recente, quali in parte Harry Potter (c’è un collegio anche qui), e soprattutto gli shojo manga, ai quali la storia di Gemma Doyle è stata paragonata.
Nel volume finale arrivano alla conclusione tutte le vicende legate al personaggio di Gemma, ragazza cresciuta nell’India coloniale, senza sapere niente dei suoi poteri e del ruolo che dovranno avere nel suo futuro. L’Ordine, la congrega di donne di cui sua madre e non solo lei hanno abusato, lotta contro gli antichi alleati Rakshana, per il controllo dei Regni, la dimensione magica sempre più vicina al mondo reale dell’esclusivo collegio femminile Spence, popolata da creature della tradizione favolistica e mitologica, splendide e temibili, ma anche da defunti di enormi ingiustizie.
Inoltre, Gemma dovrà scegliere il suo destino in un mondo estremamente limitante per le donne come l’Inghilterra di fine Ottocento, divisa tra l’amore tranquillo ma in fondo banale che le potrebbe offrire il nobile rampollo Simon, l’attrazione impossibile per Kartik, giovane indiano che ha tradito il Rakshana, e il desiderio di essere libera. Anche le sue amiche affronteranno percorsi analoghi, Ann in cerca forse di un destino diverso che non serva in casa dei suoi ricchi parenti, Felicity per far emergere la sua natura ribelle e non convenzionale, mentre Pippi sembra ormai far parte dei nemici dei Reami, dopo aver rinunciato ad una vita preordinata nel primo romanzo della serie.
La trilogia che ha come protagonista Gemma Doyle contiene temi già trattati: la lotta tra convenzioni sociali e fermenti di libertà, soprattutto femminile, la magia riletta dal punto di vista delle donne, i viaggi in terre fantastiche, le creature fantastiche, gli amori impossibili, il collegio visto come microcosmo, il bene e il male ambigui (assai più che in Harry Potter), la storia di formazione, ma il tutto viene mescolato in maniera nuova e sapiente, per arrivare ad un finale che comunque non delude, che conclude un arco narrativo lasciando però un senso di continuità, di vita che andrà avanti, rappresentato dal personaggio di Gemma, una giovane donna in cerca della sua vita e della sua strada.
Libba Bray figlia di un pastore presbiteriano, è stata cameriera, cuoca in un ristorante messicano, redattrice e pubblicitaria. Nata e cresciuta in Texas a forza di rock alternativo/underground, filmacci in tv e letture pericolosissime, è riuscita misteriosamente a sopravvivere (a questo e a un incidente automobilistico da cui è uscita letteralmente distrutta) e a trasferirsi a Brooklyn, New York, dove vive con il marito (sposato a Firenze), il figlio e un gatto ciclotimico.
Voto: 6,5
Titolo: La rivincita di Gemma
Autore: Libba Bray
Editore: Elliot
Anno di pubblicazione: 2009
Pagine: 667
Prezzo: 18,50 euro