“La maledizione di Odi” e la trilogia delle streghe

odiSi chiude con “La maledizione di Odi” (Salani, 2009), la trilogia de La Guerra delle streghe dell’autrice spagnola Maite Carranza, dopo i primi due volumi, Il clan della lupa e Il deserto di ghiaccio. Una trilogia paragonata, come ormai spesso succede per la letteratura di genere fantastico, ad Harry Potter, anche se in realtà ben diversa come tematiche e svolgimento, e non solo per la scelta di una protagonista.
Maite Carranza tira le fila e chiude la vicenda di Anaid, ragazzina dei Pirenei che ha scoperto, nel percorso difficile di diventare adulta, di essere la discendente dei due clan delle streghe da sempre in lotta. Le sagge Om, dedite alla natura e alla cura di persone e animali, e le tenebrose e terribili Od, che annoverano tra i loro membri la vampiresca e rediviva contessa Bathòry.

L’autrice parte da una visione mediterranea delle streghe e dei miti legati ad esse, per poi introdurre la mitologia nordica, baltica e sudamericana, in un insieme di storie e tradizioni che comunque non disturba, e viene ben districato fino alla fine, quando si compie il destino di Anaid, temuta da entrambi i clan per quello che avrebbe potuto significare.

Maite Carranza inserisce qualche strizzata d’occhio al genere fantastico per adolescenti, che mescola sentimento e fantasia, ma il tutto rimane sullo sfondo, e la Guerra delle streghe non è solo il pretesto di fondo per raccontare l’ennesima storia d’amore tra mortali e immortali, ormai inflazionate oggi. E a questo proposito, risultano essere più articolate e tormentate le vicende amorose di Selene, madre di Anaid, che non quelle della figlia.

Quello che resta più impresso, al di là di una narrazione ricca di colpi di scena, con tanto di scena madre verso la fine, è la ricostruzione della comunità di streghe, donne che coprono vari ruoli nella vita ufficiale, bibliotecarie, giornaliste, medici, casalinghe, studentesse, e che poi sono anche streghe. Non c’è, come in Harry Potter, un’alterità del mondo della magia rispetto a quello degli umani babbani: la magia è in mezzo ai comuni mortali, opera di donne che fanno anche altro, ed è così dai tempi più antichi.

Un realismo magico che affonda le sue radici in varie tradizioni culturali, per le quali l’autrice si è indubbiamente documentata rigorosamente. “La maledizione di Odi“, come i due libri precedenti, si può leggere a vari livelli: come romanzo fantasy e di magia, con un’ambientazione comunque diversa da quella classica del genere angloamericana, come storia di formazione adolescenziale, come presa di coscienza femminista. Ognuno può cercare la sua strada, nelle pagine di una trilogia che si legge comunque di un fiato.

Voto: 6,5
Titolo: La maledizione di Odi
Autore: Maite Carranza
Editore: Salani
Anno di pubblicazione: 2009
Pagine: 414
Prezzo: 18 euro