“Se telefonando”: top secret. Tutti i retroscena dei Vip

se-telefonandoSe telefonando. Le intercettazioni che non leggerete mai più” (Melampo, 2009) è l’ultimo lavoro di Gianni Barbacetto. E rischia di diventare anche l’ultima testimonianza scritta delle intercettazioni telefoniche.

E rischia di diventare l’unica arma per svelare i retroscena delle Very Important Persons. Questo se il disegno di legge che mira a introdurre limiti tassativi al loro utilizzo verrà approvato dal Senato il prossimo settembre.

Quasi un’ultima occasione quindi. Per smascherare la messa in scena dei burattinai del potere attraverso una raccolta di intercettazioni telefoniche, trascritte integralmente o riassunte in brogliaccio, che negli ultimi anni sono state una pedina fondamentale nelle mani degli organi di giustizia per far crollare le impalcature di imbrogli e corruzioni di personaggi più o meno noti. Una sorta di appello probabilmente, un estremo tentativo per dimostrare che le intercettazioni, contrariamente a quello che blaterano i potenti, servono veramente a fare giustizia.

Cosa succederebbe allora se non fosse più possibile intercettare i sospetti? La risposta è nelle parole di Roberto Scarpinato, procuratore aggiunto presso la Procura antimafia di Palermo, autore della prefazione al libro: “In un Paese come questo, in cui tutti gli anticorpi sono stati disinnescati e dove soltanto le macchine, le microspie svolgono una funzione di opposizione e di visibilità democratica, quando anche le macchine saranno messe a tacere, il Paese sarà messo a tacere“.

Barbacetto non tace e dischiude al lettore lo scrigno segreto di Ricucci e dei suoi “furbetti del quartierino“, di Moggi e delle sue raccomandazioni a Biscardi, Lippi e Lapo Elkann, della “bomba fatta con rispetto e con affetto” e della cassata siciliana da dodici chili recapitate ad Arcore. Una rassegna di storie abiette, dalle scalate non proprio cristalline alle banche, suggellate dal “bacio in fronte” ad Antonio Fazio, al riciclo di protesi non più sterili della clinica privata Santa Rita.

Finanzieri, politici, imprenditori, dirigenti, collaboratori di Rai e Mediaset, ci sono tutti, non si salva nessuno. Da professionista imparziale Barbacetto alza il sipario a destra e a sinistra, da D’Alema a Berlusconi, da Mastella ad Alfano, tutti nello stesso calderone a scalpitare per far tacere i propri peccatucci non proprio veniali.

E per chi, magari lontano dal nostro paese da qualche lustro, non sapesse nulla di costoro, Barbacetto delinea, nell’introduzione alla raccolta, la breve storia di un decennio di tentativi, da parte dei governi che si sono succeduti, di mettere il bavaglio al quarto potere, e fa precedere ogni trascrizione o brogliaccio da un conciso ma dettagliato riassunto dei fatti e dei ruoli dei coinvolti, disseminando poi nel testo altre informazioni sui retroscena.

Un libro godibile per tutti quindi o, meglio, che dovrebbe essere distribuito a tutti come fosse un vangelo che mentre conserva per i posteri gli atti oscuri che fanno la storia, serve da monito alle azioni immorali. Piacevole perché di agile lettura e comprensione, ma non così tanto in fondo, perché quel nodo alla gola di rabbia e impotenza che ti prende quando scopri, capisci, ricordi, rifletti, non ti lascia fino all’ultima pagina. Difficile poi liberarsene.

Gianni Barbacetto è giornalista e collaboratore di Repubblica. Ha lavorato al Mondo, all’Europeo, a Diario. Scrive per Micromega e dirige Omicron (l’Osservatorio milanese sulla criminalità organizzata al nord). Ha contribuito a fondare il mensile Società civile, che ha diretto per una decina d’anni. Ha lavorato anche per la radio, la tv, il cinema: con Francesca Comencini ha collaborato per il soggetto del film A casa nostra; ha coordinato la redazione del programma di Michele Santoro, Annozero (Raidue) e lavorato con Carlo Lucarelli per la realizzazione di Blunotte (Raitre). Tra i suoi libri: Milano degli scandali (con Elio Veltri, 1991); Il grande vecchio (1994); Campioni d’Italia (2002); Compagni che sbagliano (2007); con Peter Gomez e Marco Travaglio ha scritto Mani pulite (2002) e Mani sporche (2007).