Vincitore del premio Pulitzer 2009, arriva ora in Italia “Olive Kitteridge” di Elizabeth Strout (Fazi, 2009). La storia, ambientata nel Maine dove l’autrice è nata e cresciuta, è un romanzo fatto di racconti. Storie che raccontano giovani senza voglia di vivere, dolci tradimenti in età matura, una ragazza che fugge di casa per sfuggire all’amore opprimente della madre. E una pianista sessantenne che prima di suonare al bar del paese deve ancora bere per farsi coraggio.
Ma il libro della Strout è anche un romanzo perché tutte le storie sono unite dalla protagonista, Olive Kitteridge, insegnante in pensione. Sarcastica, dotata di un’acuta intelligenza, Olive commenta le vite dei suoi compaesani con una schiettezza che rasenta la brutalità ma in cui spesso è impossibile non riconoscersi, almeno nelle riflessioni fatte tra sé o con il marito Henry, farmacista del paese. Olive fa da filo conduttore dei racconti che compongono il libro, a volte come comparsa, più spesso come protagonista. E sono i capitoli più belli, perché nelle pieghe della sua esistenza banale (la scuola, la pensione, il figlio Cristopher che si sposa e si trasferisce in California e poi a New York contro il parere dei genitori), c’è la preziosa riflessione di Elizabeth Strout sulla vita vera.
Che non è fatta di grandi avvenimenti ma di piccoli assestamenti quotidiani e grandi illuminazioni, come quando Olive va a trovare il figlio a New York e lui le dice con calma gelida: “Sei capace di far stare malissimo gli altri. Hai fatto stare malissimo papà“. O quando parla al telefono al marito Henry, paralizzato dopo un ictus, annuendo alle sue risposte mute e pensando ai momenti persi, alle cose non dette, all’amore inespresso quando ancora si poteva amare. Ma tutti i personaggi sono in piccolo così, e tutte le loro storie ricordano i tormenti, l’insoddisfazione, l’amore e il rancore che si annidano tra le mura domestiche, i giardini profumati, le nascite e i matrimoni.
Protagoniste sono anche le strade di Crosby, piccolo villaggio della vecchia America dell’East Coast e del New England, quella che vota democratico e ospita prestigiose università. Con la sua baia tranquilla e i lunghi inverni Crosby fa capolino tra le pagine, così ben descritto da essere il personaggio silenzioso del libro.
Il bellissimo romanzo di Elizabeth Strout è profondamente malinconico, perché parla del diventare vecchi, di figli che crescono, della paura della morte. Ma è anche una storia d’amore vero e profondo, anche quello riscoperto a settant’anni, che fa pensare a Olive, in una stanza piena di sole, che “il mondo la confondeva. Non voleva ancora lasciarlo“.
Elizabeth Strout è nata nel 1956 a Portland (Maine) e ora vive a New York con il marito e la figlia. Ha insegnato letteratura e scrittura al Manhattan Community College per dieci anni e scrittura alla New School e ha pubblicato racconti su diverse riviste, tra cui il New Yorker. Ha scritto tre romanzi, tra cui “Amy e Isabelle” (pubblicato in Italia da Fazi) e “Abide with me” oltre a “Olive Kitteridge”, che ha vinto il Premio Pulitzer 2009.
Voto: 8
Titolo: Olive Kitteridge
Autore: Elizabeth Strout
Editore: Fazi
Anno pubblicazione: 2009
Prezzo: 18,50 euro
Pagine: 383