La provincia di Treviso è una delle più ricche d’Italia. Da anni però qui, nel ricco Nordest d’Italia, la paura la fa da padrone. Di questo timore parla Gianfranco Bettin in “Gorgo. In fondo alla paura” (Feltrinelli, 2009). Un’indagine narrativa su un delitto nel profondo nord: quello di Pellicciardi Guido e di Comin Lucia, custodi di una villa a Gorgo al Monticano, nelle vicinanze di Oderzo (Tv), barbamente uccisi da alcuni banditi dopo aver ricevuto numerose torture.
Una morte feroce e assurda. Un assassinio brutale nei modi, e compiuto da killer improvvisati che sotto l’effetto di droghe e a scopo di rapina hanno compiuto uno scempio nella villa Durante. Il libro scritto dal veneziano Bettin è un resoconto molto dettagliato, alle volte anche ridondante, dei fatti capitati quel 20 agoasto 2007 nelle marca trevigiana. Episodi che, a distanza di due anni, sconvolgono ancora e hanno gettato nella paura i cittadini veneti del luogo. D’altronde l’assalto alle ville è ormai divenuto un gioco macabro da parte dei banditi dell’est europeo. Inflitrarsi nelle case di notte, soprattutto d’estate quando si è costretti per il caldo ad aprire le finestre, violare la privacy altrui, renderne inermi le persone all’interno. Saccheggiare e a volte uccidere.
Un libro necessario. Per fare il punto della situazione sia sull’omicidio sia sulla sicurezza nel Nordest. Sicurezza sempre più messa a rischio nell’ultimo periodo. Problema che ha suscitato una grande attenzione da parte della Lega Nord, accusata più volte in passato di comportamenti razzisti e xenofobi. Celebri e molto border line le accuse dell’ex primo cittadino d Treviso Giancarlo Gentilini. E’ anche un grido di liberazione di un popolo, quello veneto, che si aspetta di più da Roma, dallo stato centrale. Un popolo che ha saputo rimboccarsi le maniche nel passato e che da anni produce una ricchezza enorme per l’Italia. Una terra di industrie, di operai, di lavoro e fatica. Ora terra di paura.
Le ronde venete. Conseguenza o necessità, bene o male. Sicurezza fai da te. Gianfranco Bettin indaga anche sul futuro dell’omicidio di Gorgo al Monticano, con le ronde organizzate dal popolo padano per ristabilire serenità e stanare, in qualche caso, con imboscate le bande organizzate per i furti nelle ville venete. E allora le pagine del giornalista nel suo ultimo lavoro è anche un punto di riflessione forte sull’escalation di violenze che negli ultimi anni ha attanagliato le terre del Nordest. E un’inchiesta puntuale e decisa anche sulle ragioni che portano uno Stato ad adottare l’indulto, che ha favorito uno degli assassini e l’ha fatto trovare lì partecipe del delitto.
Gianfranco Bettin, veneziano, ha insegnato e lavorato a lungo nel campo della ricerca e degli studi politico-sociali. Scrive sui quotidiani locali dell’AGL – gruppo “Espresso-Repubblica” e su alcune riviste, tra cui il mensile “Lo straniero”. Tra i fondatori dei Verdi italiani, è stato prosindaco del comune di Venezia e, dal 2005, è consigliere regionale del Veneto. Narratore e saggista, i suoi romanzi sono: Qualcosa che brucia (Garzanti, 1989, nuove edizioni Baldini e Castoldi 1995 e 2003), Sarajevo Maybe (Feltrinelli 1994), Nemmeno il destino (Feltrinelli 1996, nuova edizione Universale Economica 2004), da cui è stato tratto il film omonimo di Daniele Gaglianone, Nebulosa del Boomerang (Feltrinelli 2004).
Nel 2007 nell’Universale Economica Feltrinelli ha pubblicato Eredi. Da Pietro Maso a Erika e Omar, che raccoglie “L’erede. Pietro Maso, una storia dal vero” e “Una storia che parla da sola. Erika e Omar“. Nel 2008 ha pubblicato “Federalismo” nel volume collettivo Sinistra senza sinistra. Idee plurali per uscire dall’angolo (Feltrinelli).