“L’eroe dei due mari” è il nuovo romanzo del giornalista e scrittore Giuliano Pavone. Già recensito e apprezzato, il libro non ha ancora trovato un editore disposto a pubblicarlo. Il protagonista di questa storia è Luís Cristaldi, attaccante brasiliano dell’Inter e uno dei migliori calciatori del mondo. Seguendo un insolito voto, annuncia di voler giocare una stagione gratis nel Taranto, squadra di serie C1. Taranto, la città dei due mari, dei tre ponti e dei mille problemi.
La città della Marina Militare e dello stabilimento siderurgico più grande d’Europa, con record in fatto di inquinamento e morti bianche. La città che ha prodotto il fenomeno Cito e il dissesto finanziario più grave d’Italia.
Una narrazione in stile cinematografico segue i personaggi che si muovono attorno alle vicende calcistiche: una tifosa in procinto di sposare un “buon partito”, un disoccupato che non esce più di casa, due giornalisti che si contendono la stessa donna, un sindaco consigliato dal suo usciere. Un romanzo dove comicità e sprazzi di poesia si alternano a ritmo serrato. Una favola paradossale, ma realistica, sui meccanismi dell’informazione, sui rapporti fra Nord e Sud, sulle contraddizioni del calcio moderno e di quello di provincia. Una storia che diverte, commuove e fa riflettere.
Questa è la recensione di “L’eroe dei due mari“, il nuovo romanzo del giornalista Giuliano Pavone. Fin qui nulla di strano, se non fosse che il libro in questione non è ancora stato pubblicato perché non è ancora stato trovato un editore disposto a farlo. Chi ha recensito la storia di Luìs Cristaldi l’ha dovuta leggere in formato di manoscritto e su fogli volanti. “Ho appena letto <<L’eroe dei due mari>> di Giuliano Pavone” – scrive il giornalista, scrittore e autore televisivo Tommaso Labranca su Film Tv della scorsa settimana – “Spero proprio che qualcuno lo pubblichi perché il romanzo oltre a essere divertente come una vecchia commedia all’italiana degli anni 70 è illuminante se si vogliono capire i recenti risultati elettorali […] Pavone descrive mirabilmente l’entusiasmo calcistico eccessivo, quasi irritante, di alcuni accidiosi personaggi che si muovono sullo sfondo delle decadenze, delle mollezze e dei veleni italsiderei tarantini. Un atteggiamento che potrebbe essere facilmente pantografato su tutto il Paese“.
La recensione di Labranca ha suscitato molto interesse, sulla stampa cartacea e online. Diversi commenti e riflessioni sono state lasciate sul blog letterario Booksblog. Fra i commenti spicca quello di Fernando Coratelli, editor e scrittore: “Confermo il giudizio di Labranca, e aggiungo che se diverte come una commedia anni Settanta, possiede però anche l’amarezza della commedia anni Sessanta. Scritto con stile elegante ma mai eccessivo, è un grande romanzo corale che in alcune pagine descrittive degli stadi italiani, rimanda alle descrizioni di <<Underworld>> di De Lillo“.
Ma perché nessun editore vuole pubblicare il romanzo di Pavone? “La concorrenza è spietata – spiega l’autore – : le case editrici ricevono decine, se non centinaia, di manoscritti al giorno. Anche nel caso che il proprio libro venga scelto, bisogna mettere in preventivo molti mesi prima di avere una risposta. Io ho iniziato a proporre il mio romanzo “solo” tre mesi fa, quindi è normale che non abbia ancora un editore. Anche se, a partire dalla recensione di Labranca, qualche giorno fa, sono già stato contattato da tre editori (alcuni dei quali avevo provato a contattare senza fortuna)! Questa improvvisa impennata di interesse da un lato è normale (anche considerando il credito di cui gode Labranca) ma dall’altro mi stupisce un po’. In fondo il mio romanzo (e come il mio tanti altri) anche senza che ne parlassero i giornali avrebbe ugualmente meritato una chance, no?”