Una biografia speciale. E’ quella di Oscar Pistorius in “DreamRunner. In corsa per un sogno” (Rizzoli, 2008), in collaborazione con Gianni Merlo e la prefazione di Candido Cannavò. E’ il racconto di una vita fuori dall’ordinario. Prima di tutto perché Oscar è un giovane campione e poi perché nella sua esistenza tutto è normale tranne un particolare: non ha le gambe. In compenso ha un sogno che lo fa andare avanti giorno per giorno: gareggiare ai giochi Olimpici. MULTIMEDIA/La videochat con Oscar Pistorius
“Quando la gente mi chiede perché voglio partecipare alle Olimpiadi, senza la certezza di qualificarmi per le finali o le semifinali, rispondo che non è quello che mi interessa. La questione non è confrontarmi con gli altri, io voglio correre per me stesso” afferma Oscar. La forza dell’atleta sudafricano è la famiglia. Basta leggere le ultime pagine del libro dove traspare la tenerezza del fratello maggiore e del padre. Ha amici e amori, vive delusioni e gioie, partecipa a scherzi e risate. Normalità dunque. Se non fosse appunto per quella malformazione, con cui Oscar è nato, che lo ha portato, ancora bambino, prima all’amputazione dei piedini e successivamente delle gambe, sotto il ginocchio. Per i genitori una decisione sofferta e straziante, che tuttavia ha permesso a Oscar Pistorius di iniziare a camminare e considerare quelle gambe artificiali come naturali.
Un’infanzia felice e piena di giochi, e un ciclo di studi caratterizzato dall’attività sportiva. L’atletica però per molti anni non lo attirerà, appassionato com’è invece degli sport di squadra: rugby e pallanuoto soprattutto.
Le protesi tradizionali, pesanti e poco maneggevoli, vengono sostituite da altre artigianali, inventate da un ingegnere amico del padre. Da questo sviluppo sono nati gli arti artificiali che oggi permettono a Oscar di raggiungere tempi eccezionali. La svolta del talento del Sudafrica avviene grazie ad una gara di 100 metri: un tempo straordinario consacra il passaggio definitivo all’atletica. Dal 2005 Oscar inizia a partecipare a meeting non solo per disabili, ma anche per normodotati. Con i successi arrivano puntuali anche le polemiche sulle sue protesi e lui rimane turbato da tutto questo clamore. Anzi, inizia a temere che il suo sogno stia per svanire, perché le analisi condotte dalla Iaaf indicano che da quelle protesi l’atleta riceve un “indubbio” vantaggio, doping.
Siamo alla fine del 2007. “Chi perde davvero non è chi arriva ultimo nella gara. Chi perde davvero è chi resta seduto a guardare, senza provare nemmeno a correre” afferma Pistorius. E lui non resta fermo. Fa ricorso, mette in evidenza che dalla Iaaf è stato preso in considerazione solo il beneficio offerto dalle protesi e non gli svantaggi evidenti. Quelli del dolore sui moncherini, ad esempio. L’Italia diventa importantissima per il campione: oltre ad essere l’origine della sua famiglia, qui Oscar inizia a correre con i normodotati, qui l’amore della gente per la sua causa è travolgente, qui ci sono i suoi avvocati, qui conosce il verdetto definitivo, a lui favorevole, del Tas, qui nasce l’idea della biografia.
Ha scritto Candido Cannavò nella splendida prefazione di questo libro: “Oscar è un simbolo, Oscar dà coraggio al mondo: a quelli come lui, partiti con un handicap, ma anche agli uomini e alle donne che hanno avuto tutto dalla Natura e bruciano tesori nel vuoto di una vita senza valori“. Quando corre Oscar porta addosso una frase: “Un vincente è un sognatore che non si arrende mai“. E’ un enunciato di Nelson Mandela ed è esattamente quello che la vita, sportiva e non, di Oscar Pistorius esprime.
Oscar Pistorius è nato a Johannesburg, in Sudafrica, il 22 novembre 1986 con una grave malformazione congenita che ha costretto i suoi genitori a decidere di fargli amputare i piedi quando aveva undici mesi. Dal 2004 è diventato una stella dell’atletica internazionale, stabilendo diversi record per la sua categoria e gareggiando con grande successo contro i migliori corridori normodotati del mondo. Nel 2008 la rivista inglese Time lo ha incluso tra le cento persone più influenti del mondo, nella categoria “Eroi e pionieri”, grazie alla sua battaglia per partecipare alle Olimpiadi di Pechino e far aprire le gare atletiche internazionali ai disabili.
Gianni Merlo storica firma della Gazzetta dello Sport è presidente della Associazione Internazionale Stampa Sportiva. Ha seguito diciassette Olimpiadi, fra estive e invernali ed è amico personale di Oscar Pistorius. Prima di diventare giornalista è stato atleta e, come per Oscar, la sua specialità erano i 400 metri.
Voto: 8
Titolo: DreamRunner. In corsa per un sogno
Autore: Oscar Pistorius con Gianni Merlo
Editore: Rizzoli
Anno di pubblicazione: 2008
Pagine: 237
Prezzo: 16,50 euro