Mercoledì 10 giugno presso la Mondadori di via Marghera a Milano, Daniela Margheriti ha presentato “Ring” (Aragno editore, 2009). Ad introdurlo, Giorgio Gaslini, esponente della musica jazz e che da poco ha allargato i suoi interessi alla musica sinfonica e operistica. La presentazione è partita da un concetto base: l’importanza dell’arte, della cultura e della poesia per il mondo. Esperienze snobbate dai mass media ma vitali per l’uomo: senza l’arte, infatti, al mondo mancherebbe la luce.
L’incontro tra Gaslini e la poetessa è avvenuto nel 2007, grazie all’amica comune con Alda Cariello, cantante poco conosciuta in Italia ma famosa in Europa nell’ambito della musica contemporanea, altra dimensione dell’arte di cui i mass media faticano ad occuparsi.
La conoscenza della Margheriti suscita nel musicista emozioni contrastanti, un misto tra sorpresa e stupore: è una donna fiera, con i segni sul volto del vivere, ed è simile ad una musica forte e annunciata. L’amicizia tra i due si concretizza in un’opera, il trittico Natural-mente, ideato dallo stesso Gaslini, che contiene oltre a “Versi poetici” della Margheriti, anche i testi apocalittici di Joseph Beuys sul rapporto tra uomo e natura, sulla possibilità di ribellione della natura nei confronti dei maltrattamenti umani. L’altra opera che conclude il trittico è tratta da un componimento per flauto, che ha come protagonista ancora una volta la tensione tra natura “maligna” e uomo. Il testo della poetessa, ambientato in un bosco è stato strumentato con arco, violino e violoncello ed è stato composto di getto dalla scrittrice, come afferma lo stesso Gaslini.
Anche nel caso di “Ring”, la poetessa parte da tematiche decisamente forti, incentrate soprattutto sul tema della morte. L’ispirazione per la scrittrice può nascere, infatti, da diversi elementi come, per esempio, dalle sculture di artiste dimenticate che hanno lavorato con la carta, un materiale povero, così come povero è il mercato della poesia. La volontà di scrivere versi può anche nascere dal crimine presente nelle foto dei giornali (ad esempio quella di una donna statunitense condannata alla sedia elettrica), oppure dai libri di Coleman sugli anni ’40, ’50 e ’60 (in particolare la Margheriti si riferisce a quest’ultimo decennio, facendo rivivere tra le sue righe Marylin Monroe, le ribellioni del 68 e lo sbarco sulla luna), e dalla stessa musica di Giorgio Gaslini.
Al di là degli argomenti che stanno alla base delle composizioni poetiche della Margheriti, il vero punto focale su cui centrare l’analisi dei suoi lavori è nel rapporto tra musica e poesia. È un connubio essenziale, dal quale non si può prescindere se si vogliono apprezzare al meglio i componimenti della Margheriti. Gaslini punta molto su questo aspetto: le parole della scrittrice non possono essere imprigionate in un libro, hanno bisogno di un corpo, di una fisicità, devono uscire dal testo, staccarsi dalla pagina, farsi teatro e gestualità per diventare vita e, quindi, sillogicamente, arte.
Partendo da questo presupposto, Gaslini e la Margheriti hanno proposto un duetto emozionante, mescolando i versi della poetessa con la musica del pianoforte: non un semplice accompagnamento ma una vera e propria trasfigurazione musicale della parola. Mentre il musicista ha suonato il pianoforte, la scrittrice ha recitato i versi di alcune poesie, ancora una volta legate a temi importanti: la morte e la violenza sui bambini, in un crescendo di drammaticità musicale e poetica.
Per concludere la presentazione, un’ultima sorpresa al pubblico: una performance vera e propria che ha visto come protagonista, oltre ai Gaslini e alla Margheriti, anche la giovanissima Simona Severina, cantante di musica contemporanea. Le parole della poetessa si sono intrecciate al canto della Severina e al pianoforte, che Gaslini ha suonato in modo davvero singolare, pizzicandone le corde. Ne è risultata un’esecuzione molto singolare ma decisamente emozionante, in cui le parole dolore, amore e cuore, pronunciate dalla Margheriti, segnavano un martellante ritmo musicale.
La scrittrice è stata giudicata dal Gaslini l’altra faccia della medaglia rispetto ad Alda Merini, la quale però incentra i suoi versi soprattutto sulla propria esperienza ed individualità: la Margheriti invece è più “universale”, più concentrata a ciò che accade al di fuori del suo essere.
Daniela Margheriti, nata ad Attigliano (Terni), laureata in Filosofia all’Università La Sapienza di Roma, insegna Lingua e Cultura all’Università per Stranieri di Perugia. Le sue poesie sono state pubblicate su: Alfabeta (a cura di Antonio Porta); linea d’ombra; almanacco dello specchio Mondadori (prefazione di Giovanni Giudici); LEGGERE (a cura di Nadia Fusini); nuovi argomenti. Tra i suoi volumi di versi: Ratatouille (Marsilio Ed. 1999) e Forever (Ed. Era Nuovca, 2003), prefati da Giovanni Raboni, Feeling (Morlacchi Ed. 2004), convenzione O.N.U. sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna – Traduzione in versi (supplemento al n. di ottobre 2006 della rivista mensile “noidonne”), i diritti dei bambini in scena/in rima(coautrice Francesca Tuscano, Rubbettino Editore, 2006).