Martedì 16 giugno a Roma, è stato presentato “Periferie. Da problema a risorsa” (Sandro Teti editore, 2009). Un testo che fa leva sulle ricerche sociologiche svolte sul campo da Franco Ferrarotti e Maria Immacolata Macioti.
Anni di ricerca, esperienze nel mondo. E’ la Prof.ssa Macioti a sottolineare dapprima la natura di questo testo che l’editore Sandro Teti ha avuto il merito, l’onore e l’onere di pubblicare. Ad una prima parte molto vasta, ariosa, dove vengono descritte le periferie nel mondo si aggiunge una seconda parte dove vi è una replica delle ricerche sul campo condotte a Roma negli anni’60, e un’analisi dettagliata di tre periferie decisamente cambiate in questi cinquant’anni: Alessandrino, Acquedotto felice, Quarticciolo.
Dietro questo libro c’è un serio lavoro di ricerca, in cui i dottorandi, come afferma la Macioti, hanno avuto ampio spazio soprattutto per quanto riguarda le interviste in profondità. Si è voluta “trascrivere il parlato tenendo fede alla realtà, senza appesantire troppo le conversazioni“.
Un libro ottimo ma in ritardo. “Questo testo giunge in libreria due anni dopo per questione burocratiche”, afferma la Prof.ssa Macioti. E arriva in un momento in cui “c’è una scarsa presenza dei partiti sul territorio (soprattutto la sinistra) e dei sindacati“.
Quattro tematiche fondamentali. “Nella cultura italiana la ricerca sul campo non gode di buona stampa“. E’ la prima questione che Ferrarotti ponte col sorriso sulle labbra, spingendo i giovani che si cimentano nella scrittura più nei saggi che nel campo sociologico, in quanto c’è una “carenza di sensibilità empirica“. Il secondo punto è di fondamentale importanza per le ricerche contenute in questo libro: è il tema dell’esclusione sociale che viene giocata in modi diversi a secondo dei luoghi. La periferia romana, infatti, “non ha molto a che vedere con le altre realtà del mondo.“ Altro nodo cruciale è la cultura della miseria che, secondo Oscar Lewis, verrebbe alimentata dalle stessi classi sociali: i poveri, quindi, sarebbe responsabili della propria povertà.
Ultimo, ma aspetto determinante, è il fatto che il capitalismo ha vinto. Determinando, tuttavia, una vittoria non risolutiva. Il capitalismo, infatti, si espande a pelle di leopardo, si sviluppa in modo irrazionale. Crea grandi ricchezze e abissali povertà.
Un libro davvero interessante per osservare come le periferie siano cambiate in questi anni e come i luoghi di aggregazioni, dalle parrocchie alle piazza rionali siano state sostituite dagli ipermercati creando meno attaccamento al territorio.
Franco Ferrarotti, considerato il decano della sociologia italiana, nel 1951 ha fondato con Nicola Abbagnano i Quaderni di Sociologia, ai quali ha dato seguito nel 1967 con la rivista La critica sociologica di cui è ancora direttore. Nel 1961 ha ottenuto la prima cattedra in Sociologia in Italia all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Particolarmente attento ai movimenti sociali e ai problemi della società industriale, è stato divulgatore dell’applicazione di una metodologia di tipo qualitativo in ambito sociologico. Fra gli anni Cinquanta e Sessanta ha condotto una serie di ricerche sul sindacalismo, sulla trasformazione del lavoro, sulle comunità e sulla sociologia urbana. Ha insegnato in Europa e in America. Professore emerito dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza”. Tra le sue opere di recente pubblicazione L’identità ideologica (ETS) del 2007 e Il senso della sociologia (Solfanelli) del 2008.
Maria Immacolata Macioti, dal 1976 è docente presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Insegna Processi culturali, Sociologia delle religioni, Cross Cultural Studies. Coordina il Dottorato in Teoria e Ricerca Sociale, dirige i master Teoria e Analisi Qualitativa e Immigrati e Rifugiati. È redattore capo della rivista “La Critica Sociologica” e collabora con diverse testate scientifiche italiane e straniere. Tra le sue pubblicazioni vi sono Biografia, storia e società, Immigrati e religioni, Introduzione alla sociologia, Il concetto di ruolo nel quadro della teoria sociologica generale e Sociologia.
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