“Venezia è una gemma senza pari“. Si legge in uno speciale di Bell’Italia del 1997. Alberto Toso Fei in “I segreti del Canal Grande” (Studio Lt2, 2009) ci porta alla scoperta di questa gemma e dei misteri lagunari.
I segreti del Canal Grande, l’ennesima perla veneziana? Cosa rappresenta questo libro per lei?
“Senza voler banalizzare, in genere si dice che l’ultimo libro è sempre il più importante. Credo che ciò avvenga perché ogni autore compie ogni volta un nuovo passo nel suo percorso creativo e di conoscenza. Io ho un legame particolare con ognuno dei miei libri, e mi fa piacere che lei li definisca “perle”. Li considero io stesso piccoli gioielli di grande valore, non tanto per l’aspetto letterario, sul quale è chiamato a giudicare il lettore, quanto per quello squisitamente culturale: si tratta di infatti di un lungo lavoro di recupero di una componente fondamentale della memoria storica della città, a cominciare dagli aspetti legati alla tradizione orale. Un patrimonio e una eredità di storie, leggende e vicende che rischiava seriamente di venire dimenticato, e che invece diventa così – in chiave moderna – una maniera di riaffermare, attraverso la memoria, una nuova identità tutta veneziana. Quanto si è più forti nella propria identità, tanto più si riuscirà ad aprirsi al mondo senza timore “dell’altro”, condizione che in fondo ha costituito nei secoli il fondamento e la salvezza della ultramillenaria Repubblica Serenissima, il cui carattere più riconoscibile è la mescolanza di mille culture, mille lingue, mille contaminazioni.”
Un libro doppio, a due vie. Due passeggiate nella storia da entrambe le rive del Canal Grande. Ci racconta qualcosa in più?
“Con la sua doppia copertina “I segreti del Canal Grande” è in effetti un libro “double face”, che si può capovolgere da una parte e dall’altra: leggendolo nei due versi si esplorano infatti – in una sorta di “andata e ritorno” – le due rive del canale in un doppio viaggio De Citra e De Ultra, ovvero su un lato o sull’altro della città: facendolo, è possibile rivivere la storia della Serenissima attraverso le sue vicende, i suoi segreti o i semplici aneddoti, lasciandosi incantare dalle voci del passato: un percorso alla scoperta degli aspetti sconosciuti, curiosi e leggendari della Repubblica. Sono infatti centinaia i personaggi che attraverso le storie, palazzo dopo palazzo, finestra dopo finestra, si mettono in mostra per ricordarci quale straordinaria vetrina affacciata sulla Storia sia stata questa via d’acqua senza eguali: Gabriele d’Annunzio che semicieco vi scrisse il “Notturno”, Dante Alighieri che si mise a conversare con un pesce davanti al doge Soranzo, Antonio Canova che vi scolpì le sue prime opere, Lord Byron che vi nuotava abitualmente, Eleonora Duse che solo qua trovava pace, Giacomo Casanova che vi tenne il suo primo sermone da abate prima di dedicarsi ad “altro”, Papa Alessandro III che vi lavorò come sguattero, Francesco Morosini che con le sue conquiste ridonò nuova gloria alla Repubblica, Rodolfo Valentino che vi salvò dalle acque una ereditiera, e poi Napoleone Bonaparte, Pietro Aretino, Peggy Guggenheim, Giordano Bruno, in una incredibile rassegna unita dallo scorrere secolare delle acque della strada maestra di Venezia. Ma accanto alla Storia non può mancare la leggenda, in gran parte legata alla tradizione orale: anche il Canal Grande lungo le sue rive è dunque dimora di fantasmi spaventosi o gentili, di diavoli e streghe, di mostri marini e coccodrilli di pietra…”
“Infine, il libro non narra solo di personaggi illustri o leggendari, ma anche dei magnifici edifici che sono loro stessi portatori di storie curiose e straordinarie e che, a dispetto del tempo, sono ancora qui a raccontarci le loro vicende: come quella del palazzo tagliato a metà e di quello mai finito di costruire; dell’edificio che con le sue statue scolpite racconta un dramma familiare e dei graffiti che parlano di tempi antichi di peste; della maestosità di Ca’ Balbi, costruita per dispetto e della leziosità della “casa di Desdemona”, del palazzo maledetto e della cupola senza chiesa; del ponte di Rialto e di quello della Costituzione.”
I veneziani come stanno accogliendo questo nuovo testo?
“I veneziani, da sempre, sono i miei primi lettori. In una città in cui la velocità dei tempi in cui viviamo (e una cattiva gestione dell’inevitabile fenomeno del turismo di massa) ha prodotto dei vuoti notevoli nel tessuto urbano e sociale, il riappropriarsi di una componente fondamentale “dell’appartenere” a Venezia è stato un atto naturale, quasi inevitabile. Una appartenenza che non riguarda solo chi in città è nato o ha le sue radici familiari. Veneziano, oggi come sempre – nella storia della Serenissima – è chi vive in città, vi lavora, vi tira su una famiglia, ma soprattutto la ama. Venezia appartiene a chi la ama, e in tal senso sarà salva solo grazie all’amore di molti. E se, anche attraverso i miei libri, una piccola parte di quei 22 milioni di visitatori che ogni anno sbarcano in laguna tornasse a casa un po’ più “veneziana”, essendosi appropriata di una componente fondamentale dell’essenza della città, la sfida per il futuro sarebbe vinta. Io sono fiducioso.”
Cosa si racconta in giro di lei in merito ai suoi libri?
“Oddio, bisognerebbe chiedere in giro… per fortuna i “feedback” che io ho raccolto negli anni sono sempre stati positivi: corrispondo spesso con i miei lettori, via email o facebook, e tra loro vi è il veneziano che mi ringrazia per avergli ricordato le storie narrategli dai nonni, o il visitatore che è rimasto incantato da un aspetto della città che nemmeno immaginava esistesse. Peraltro, ho da poco ricevuto un incarico dalla Regione Veneto per coordinare come direttore artistico un festival dedicato ai luoghi misteriosi del Veneto – il cui titolo è “Veneto: Spettacoli di Mistero” – che in un centinaio di località della regione terrà banco per l’intero mese di novembre. Si tratta, ancora una volta, di scoprire i luoghi sotto una luce diversa. E io sono costretto a interpretare questo incarico anche come un implicito riconoscimento al lavoro svolto in quasi un ventennio.”
Alberto Toso Fei e Venezia. Che rapporto c’è tra lei e la laguna soprattutto quando mette le sue emozioni nella scrittura?
“Se uno mette le proprie emozioni, ovvero una parte importante di sé, nell’attività che svolge – qualsiasi essa sia – non potrà mai sbagliare. Tra me e la laguna, fatta di pietre storiche ma anche di una natura orgogliosa, che ha resistito alla presenza ultramillenaria dell’uomo, c’è un rapporto di identificazione molto profondo. Le mie radici vi si perdono nei secoli, ma sono radici mobili, fatte d’acqua e di fango, sensibili al fluire delle maree. Come ogni buon veneziano, non rinuncerei mai alla mia identità: ma nello stesso tempo bramo lo scambio e la conoscenza di ogni altro mondo, per diventare più ricco (per il momento solamente dentro, è già un buon risultato…) e, forse, più saggio.”
Ci descrive brevemente la sua Venezia?
“Mi bastano alcune parole: acqua, fuoco, sole, orgoglio, bellezza, equilibrio. Ne mancano altre, come “storia” (so che non sembra, ma è una delle città più proiettate verso il futuro che io conosca) e “terra”, della quale è sostanzialmente priva: anche se, e non è un paradosso, il vero segreto dei miei libri consiste nell’aver intuito che alle storie corrispondono i luoghi. Un legame stretto, quasi “terrigno”, verrebbe da dire, che si perpetua ancora oggi. Venezia, al contrario di altre città, consente ancora di legare le storie ai luoghi dove essi si svolsero, creando uno stretto legame con le narrazioni.”
Perché un veneziano dovrebbe comprare questo suo ultimo libro?
“Perché vi ritroverebbe una parte di sé, della sua memoria e della sua identità.”
Alberto Toso Fei, 43 anni, è discendente di una antica famiglia di vetrai di Murano, ed è un esperto di storia veneziana. Assieme a “I Segreti del Canal Grande”, ha al suo attivo altri tre libri sulla Venezia curiosa e del mistero, frutto di quasi vent’anni di studi per il recupero della tradizione orale e di ricerche storiografiche: “Leggende veneziane e storie di fantasmi” (2000), “Veneziaenigma” (2004, vincitore del Premio letterario Gambrinus “Giuseppe Mazzotti” e del Premio del Pubblico “Veneto Banca – La Voce dei Lettori”) e “Misteri della laguna e racconti di streghe” (2005, vincitore del Premio Speciale della Giuria per la narrativa veneta del Premio Villa Morosini), editi da Elzeviro. Nel 2007, con Shaul Bassi, docente di Letteratura Inglese all’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha dato alle stampe “Shakespeare in Venice”. Nel 2008 ha realizzato due libri-gioco su Venezia e Roma, editi da Log607, dando vita a una saga che va sotto il titolo di “The Ruyi”.