“La forma saggio è da sempre considerata uno strumento particolarmente adatto all’esplorazione e all’analisi delle questioni dell’immaginazione“. E’ quanto dice Ronald Grele, Direttore dell’Oral History Office della Columbia University, nell’introduzione al libro di Alessandro Portelli “Storie orali. Racconto, immaginazione, dialogo” (Donzelli, 2007).Pubblicato per la prima volta nel 1979 questo saggio da ancora prova di una perfetta attinenza al presente, mostrando i suoi lati forti nell’importanza straordinaria di capire e valorizzare le fonti orali.
La storia orale. Ha una lunga storia, usando un appropriato giro di parole con il fine di produrre una gran quantità di documenti assai utili. “La centralità dell’orale – continua Grele – è la chiave della costruzione del testo e della storia che in questo è incorporata“.Dove entrano poi in gioco la storia scritta e la memoria e la natura del rapporto fra loro. A posteriori poi l’intepretazione gioca un fattore determinante nella conservazione dei dati futuri.
L’intervista, ruolo centrale. Senza dubbio ogni intervista è unica e “Portelli di volta in volta descrive le sue interviste in modo da farci rendere conto della loro singolarità“.
Il libro affronta capitoli esplicativi sul ruolo del dialogo, del racconto e dell’intervista. Particolarmente interessanti i linguaggi dove Portelli affonta la diversità della storia oriale , sottolineando purtroppo la scarsa attenzione all’oralità delle fonti con un conseguente danno permla teoria interpretativa.L’autore poi dedica la sua attenzione al problema della forma, affermando che la “dimensione e e collocazione delle pause hanno una grande importanza per il significato del discorso“.
Le fonti orali. Portelli affronta questo tema puntando su più aspetti: l’oralità, in cui il tratto dominante è la registrazione che diventa poi trascrizione e pubblicazione; la narratività, dove la natura del racconto non può che essere centrale; il significato, dove entrano in ballo verificabilità e attendibilità; l’attendibilità, dove non esiste una vera e propria “inattendibilità” senza però “accettare il pregiudizio che attribuisce a priori alle fondi d’archivio“.
Alessandro Portelli (Roma, 1942) insegna Letteratura angloamericana all’Università “La Sapienza” di Roma; è Presidente del Circolo Gianni Bosio. Per i tipi della Donzelli ha pubblicato: L’ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria (1999, 2005, Premio Viareggio, 1999), Canoni americani (2004) e Città di parole (2006, 2”7, con B. Bonomo, A. Sotgia, U. Viccaro).