Nuovo successo per Faletti che con “Io sono Dio” (Baldini Castoldi, 2009) riprende la strada del thriller con il suo stile inconfondibile. Protagonista è un dolore antico in una guerra senza senso che nel tempo ha lasciato tracce.
Giorgio Faletti, nuovo Re Mida dell’editoria o semplicemente uno dei più amati scrittori italiani all’estero, con “Io sono Dio” (Baldini Castoldi Dalai, 2009), conferma il grande successo degli ultimi anni. Già in vetta a tutte le classifiche di settore, quest’opera si preannuncia già come caso editoriale dell’anno ed è prevedibile immaginare un successi che si procrastinerà anche nei mesi successivi.
Il titolo apparentemente provocatorio, dimostra la forza di Faletti, scrittore ormai affermato e distante dal cantante e attore che avevamo imparato a conoscere a cavallo degli anni novanta. Un thriller semplice e lineare, esempio lampante di un genere squisitamente americano e qui mostrato “all’italiana”, con colui che almeno ad oggi ne è il principale precursore. Non c’è alcuna continuità con i precedenti romanzi, Faletti mescola e rimescola le carte cercando nuove impressioni e nuove suggestioni.
Come ammesso durante la presentazione torinese (e in quella romana del 19 maggio) l’autore astigiano subisce il fascino della guerra, anzi di una guerra, quella del Vietnam. La guerra dei poveri e degli emarginati, figlia di un’epoca solo apparentemente vicina. Una America diversa, quella in cui il governo federale mostrava i muscoli apparendo invincibile e autoreferenziale. Poi però qualcosa è cambiato, la quiete dopo la tempesta. “Le guerre finiscono, l’odio dura sempre“: e il nemico stavolta è infatti un reduce del Vietnam, distrutto psicologicamente e fisicamente. La follia, le ossessioni, le immagini che si riproducono ossessivamente.
E poi le manie di onnipotenza. Substrati sovrapponibili che mettono in piedi e in luce una situazione nella quale l’elemento fondamentale che ne derica non può che essere il retaggio dell’odio, implacabile e imperituro. Le guerre in questo sono maestre. Non c’è traccia di vincitori o vinti. Rimangono vittime, vittime dell’odio e della follia collettiva. Resta l’involucro della propria pelle, la propria coscienza, la propria storia.
Quando si chiude il piccolo e conciso antefatto sulla guerra vietnamita, si apre una nuova storia, ambientata a NewYork, lontano dai fuochi e dalle foreste asiatiche ma raccontata sotto l’ombra dei grattacieli e delle lunghe strade che attreversano la metropoli. Entrano in scena i protagonisti: la giovane detective Vivien Light, e Russell Wade, un fotoreporter dal passato discutibile, gli unici in grado di fermare la follia di questo novello Dio, incapace di rappresentare il proprio lato umano.
Il genere thriller è per sua natura aperto al giallo e al noir; Faletti lo sa e si tiene stretto gli effetti-sorpresa: “è difficile presentare un libro senza dire di che parli. Vorrei rivelarvi come finisce e chi sia l’assassino, ma magari dovete ancora comprare il libro e il mio editore… – sorride e tra le risate dei presenti dichiara – Mi arriva un colpo di laser dall’alto che mi incenerisce all’istante“. Il finale è sacro, la suspense sicura. Poche regole, ben mescolate e amministrate con la sagacia di chi sa di essere ormai un autore di culto. La ricetta, insomma, per il successo e per non deludere le aspettative.
Giorgio Faletti (Asti, 1950) ha esordito nel mondo della narrativa con Io uccido, che solo in Italia ha venduto più di quattro milioni di copie ed è stato tradotto in tutte le principali lingue del mondo. Uno straordinario successo confermato con i romanzi Niente di vero tranne gli occhi e Fuori da un evidente destino, e con l’antologia di racconti Pochi inutili nascondigli.
Voto: 7.5
Autore: Giorgio Faletti
Titolo: Io sono Dio
Editore: Baldini Castoldi Dalai
Data di pubblicazione: Maggio 2009
Pagine: 523
Prezzo: 20 euro