Roger Abravanel in Meritocrazia (Garzanti, 2008) dimostra come la scarsa cultura del merito sia una delle principali cause dell’impoverimento dell’Italia, definita come la società più ineguale del mondo occidentale. Per migliorare la situazione, vengono formulate quattro proposte concrete e praticabili per valorizzare i talenti e rendere più equo e più ricco il nostro paese. WEB/ Il blog dedicato alla meritocrazia
Che cos’è la meritocrazia? Gli italiani tendono a pensare che meritocrazia sia sinonimo di ineguaglianza, in realtà è proprio l’assenza del merito che crea la diseguaglianza e porta ad un progressivo impoverimento e ad una scarsa mobilità sociale che si manifestano nella forza abnorme della famiglia e delle raccomandazioni. La meritocrazia è, invece, un sistema di valori che premia l’eccellenza indipendentemente dalla provenienza, specialmente da quella familiare. Un sistema meritocratico, per funzionare correttamente, deve essere fondato sulle pari opportunità, date da un giusto sistema educativo, e sul libero mercato, che si sviluppa tramite la concorrenza.
Abravanel cita vari esempi in cui l’ideologia meritocratica, fondata su giustizia ed uguaglianza, ha avuto enorme successo: dagli Stati Uniti, all’Inghilterra, dalla Francia, fino a Singapore e alla Scandinavia. L’applicazione del sistema del merito nella scuola, nelle pubbliche amministrazioni, nelle aziende e nell’organizzazione militare ha reso questi paesi dei modelli a cui l’Italia deve tendere se vuole uscire dal circolo vizioso della stagnazione sociale ed economica.
A partire dalla denuncia del <<mal di merito>> italiano, Abravanel ci invita al cambiamento culturale formulando quattro proposte per trasformare il nostro paese in una società meritocratica:
1) la creazione di una delivery unit (unità di consegna), simile a quella utilizzata da Tony Blair in Inghilterra, per attuare miglioramenti concreti nel settore pubblico, grazie all’impiego di giovani capaci e brillanti, che diverranno la classe dirigente del futuro;
2) l’introduzione di test di valutazione scolastici, che permettano di misurare la qualità delle scuole e degli insegnanti e di valorizzare il merito degli studenti. Devono, inoltre, essere migliorate le scuole del Sud e create università d’eccellenza, mentre le lauree triennali devono dare effettivamente uno sbocco lavorativo;
3) l’istituzione di una Authority per i servizi locali (commercio, turismo, trasporti), che necessitano di una maggior liberalizzazione, poiché sono parte essenziale dell’economia, ma attualmente sono bloccati da politiche di anti-concorrenza;
4) l’incoraggiamento all’entrata di un maggior numero di donne nei Consigli di amministrazione delle società quotate, in modo da favorire la nascita di una leadership femminile, che secondo numerose ricerche, aumenta notevolmente la crescita delle imprese.
Roger Abravanel (Tripoli 1946), laureato in ingegneria al Politecnico di Milano, master in business administration all’Insead di Fontainbleau, ha lavorato per trentaquattro anni in McKinsey come consulente di aziende italiane e multinazionali in Europa, America ed Estremo Oriente. Nel 2006 ha lasciato la McKinsey ed è attualmente consigliere di amministrazione di varie aziende e advisor di fondi Private Equity in Italia e all’estero. E’ autore di saggi e articoli tra i quali Privatizzare per liberalizzare (1993), I distretti tecnologici (2001), Le sfide della crescita delle imprese famigliari italiane (2006), Scelte coraggiose per sviluppare un’economia di servizi (2006).
Voto: 8
Autore: Roger Abravanel
Titolo: Meritocrazia. Quattro proposte concrete per valorizzare il talento e rendere il nostro paese più ricco e più giusto
Editore: Garzanti
Anno di pubblicazione: 2008
Prezzo : 16,50 Euro
Pagine: 377
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