“Il mare non bagna Napoli” (Adelphi, 2008) di Anna Maria Ortese è una raccolta di sei racconti, tra il reale e l’allucinato, in cui la Napoli del dopoguerra assume i tratti d’una città infernale, popolata da ombre di semi-vivi tra vicoli, bus e strade labirintiche, dove quali l’autrice rispecchia la “nevrosi” del suo intenso mal di vivere. Accusato d’essere un libro “contro Napoli”, troppo antirealista, Il mare riedito da Adelphi, dona nuova voce ad una delle più importanti e ingiustamente dimenticate scrittrici del nostro ‘900.
Napoli non era e non è tutt’oggi, come la si è soliti immaginare e descrivere, una città di mare, luminosa e solare, affollata da gente di ogni tipo, piena di vita e di caotico rumore, ma è anche il luogo di incontro di un brulichio di persone affette da un male radicato ed incurabile, quello della disoccupazione, della delinquenza e della povertà. Sebbene il libro sia ambientato negli anni immediatamente successivi al dopoguerra, è impossibile non rivedere nella città attuale gli stessi sguardi ombrosi e spettrali, gli stessi luoghi degradati, lo stesso morboso e naturale attaccamento alla vita, per quanto questa possa essere orrida e terrificante.
L’autrice riesce con una fine capacità analitica ed evocativa a tratteggiare e a dare vita ai luoghi e ai personaggi della città, dagli ampi viali borghesi contornati da ville immerse nel verde, agli strettissimi e cupi vicoli del centro, dall’ambiente colto dei caffè e dell’élite letteraria, all’umile, squallido e periferico casermone dei Granili in cui vivono stipati migliaia di emarginati, ognuno con la propria storia e la propria disgrazia.
Napoli diventa l’emblema di un mondo irrazionale, di uno spaesamento dinanzi alla complessità del reale, in cui esistenze apparentemente diverse sono legate dal filo di una condizione comune, quella del dolore di una città, uscita a pezzi dalla guerra. “Di solito, giunti a Napoli, la terra perde per voi buona parte della sua forza di gravità, non avete più peso né direzione. Si cammina senza scopo, si parla senza ragione, si tace senza motivo, ecc. Si viene e si va. Si è qui o lì, non importa dove. E’ come se tutti avessero perduto la possibilità di una logica, e navigassero nell’astratto, profondo, completo, della pura immaginazione.”
Anna Maria Ortese è nata a Roma nel 1914 e ha vissuto a lungo a Napoli. Nel 1975 si è trasferita in Liguria dove è morta nel 1998. Il suo primo libro, Angelici dolori, è del 1937 (Adelphi, 2006). Fra le altre sue opere ricordiamo: L’infanta sepolta (1950; Adelphi 2000), L’iguana (1965; Adelphi 1986), Il porto di Toledo (1975; Adelphi, 1998), Il cardillo addolorato (1993), Corpo celeste (Adelphi, 1997), La lente scura (2004). Il mare non bagna Napoli è apparso per la prima volta nel 1953.
Voto: 7
Autore: Anna Maria Ortese
Titolo: Il mare non bagna Napoli
Editore: Adelphi
Anno di pubblicazione: 1953 Einaudi; 1994 e 2008 Adelphi
Prezzo: 10,00 Euro
Pagine: 176