Eluana, la libertà e la vita

eluanaIl 18 gennaio 1992  Eluana Englaro, a  seguito di un incidente stradale, entra in uno stato di come vegetativo persistente. La rianimazione la strappa alla morte, quello che rimane di lei è un corpo inerme. La battaglia di un padre affinchè sia riconosciuto alla figlia il diritto di libertà di cura e di terapia fino alla fine. Il padre Beppino in “Eluana, la libertà e la vita” (Rizzoli, 2008) ripercorre la vicenda umana e giudiziaria della ragazza.

Al posto di Beppino avrei cominciato a scrivere il libro sulla figlia Eluana dopo il 9 febbraio 2009, giorno in cui Eluana ha smesso di vivere in quel modo privo di senso, come epilogo di una tragedia. Invece no, Beppino l’ha pubblicato a ottobre per rendere nota la storia di Eluana,costretta a “subire” una condizione innaturale.


Un anno prima del suo incidente, Eluana andò a far visita in ospedale al suo amico Alessandro, entrato in coma a seguito di un grave incidente in moto.Quando tornò a casa chiamò i genitori e gli disse:se dovesse accadere una cosa del genere a me, voi dovete intervenire. Se non posso essere quello che sono ora preferisco essere lasciata morire“. Il 18 gennaio1992 la macchina di Eluana si schianta e le sue condizioni appaiono subito gravissime: lesione della corteccia celebrale, che è la parte dove vengono elaborati i pensieri, i sentimenti, le relazioni. Quello che successe dopo è tristemente noto, la diagnosi ad un anno esatto dall’incidente non lasciò speranze:stato vegetativo persistente. I moralisti, i cattolici, il papa Ratzinger, e tutti quelli che si sono opposti al naturale spegnimento della vita di Eluana dovrebbero leggere questo libro molto attentamente per capirne la profondità e il senso.


Quello che rimase di Eluana era un corpo privo della capacità di provare qualsiasi esperienza, totalmente alle dipendenze del personale sanitario. In tutti questi anni le sentenze hanno rifiutato la richiesta di interruzione dell’alimentazione artificiale fatta dal padre-tutore, nonostante l’articolo 32 della Costituzione reciti:” La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Finalmente la Corte d’appello di Milano, il 9 luglio 2008, ha autorizzato il padre-tutore a disporre l’interruzione del trattamento di alimentazione artificiale. E’ stato un atto rispettoso sia di chi crede in Dio e ritiene il processo vitale legato alla sua volontà, sia dei laici per cui vale il principio irrinunciabile del rispetto della dignità umana.


Maurizio Mori, componente della Consulta di Bioetica, probabilmente credeva nel sentimento della pietas cristiana quando affermò che l’accanimento terapeutico su Eluana era un intervento illecito: violava il principio morale di beneficenza in quanto causava “un’indegnità esistenziale” non voluta né richiesta. Penso di interpretare il pensiero di molti affermando che la vita sia sacra, un regalo inviolabile, prezioso e da custodire con gelosia. Ma nel caso di Eluana cosa c’era da custodire? Cosa c’era di cui essere gelosi? Dove stava la preziosità?


Voto: 9

Autore: Beppino Englaro con Elena Nave

Titolo: Eluana, la libertà e la vita

Editore: Rizzoli

Data di pubblicazione: Ottobre 2008

Pagine: 231

Prezzo: 17 euro

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