Nel romanzo “L’energia del vuoto“ (Guanda, 2011) Bruno Arpaia si rivela soprattutto un divulgatore affascinante degli esperimenti, dei dubbi e delle ipotesi della fisica contemporanea.
Solo nella seconda parte del libro si sviluppa un thriller vero e proprio, anticipato da una fuga di padre e figlio da una situazione non troppo chiara, che si svelerà solo alla fine.
Emilia è una ricercatrice del Cern, al momento impegnato a ricostruire attraverso una accelerazione di particelle, inviate ad una velocità prossima a quella della luce, una situazione simile a quella del Big Bang, che ha dato origine all’universo. Una giornalista, Nuria, si reca a Ginevra per scrivere un articolo scientifico. Attraverso le sue domande rivolte sia ai fisici sperimentali che ai teorici, veniamo a scoprire cose veramente inaudite per i profani, come ad esempio che la fisica di oggi è a conoscenza solo di un 4% di ciò che costituisce l’universo (la materia ordinaria), mentre non ha che ipotesi sulla materia oscura ( 23% ) e sull’energia oscura (73%); oppure che il vuoto non coincide col nulla, perché è pieno di fluttuazioni quantistiche di energia. Arpaia riesce a trasmettere con efficacia al lettore il fascino di ricerche condotte on campi non ancora del tutto illuminati dalla fisica e il profondo senso del mistero che avvolge il cosmo.
La trama del giallo si dipana con sorprendente celerità : fondamentalisti islamici e fisici, avvinti per ragioni di carriera e prestigio alla “teoria delle stringhe“, manomettono i dati inviati all’acceleratore di particelle. La parte conclusiva scioglierà i dubbi e l’apparente inconsistenza della fuga di Pietro, marito di Emilia, e del figlio Nico. Quando i giochi si svelano, vince ancora l’amore per la ricerca incessante di dati che possano apportare luce a nuove conoscenze.
Thriller avvincente, ma soprattutto opera di divulgazione scientifica, L’energia del vuoto ci racconta degli ultimi esperimenti del Cern e ci dà il senso delle difficoltà della fisica a scoprire i lati oscuri dell’universo, così come evidenzia il pericolo a cui sottostanno i ricercatori, apparentemente distaccati dal mondo reale. Non deve spaventare il fatto di affrontare una materia di per sé ardua: il libro ha il pregio della chiarezza espositiva e narrativa, oltre alla capacità di costruire una ricca varietà di personaggi e situazioni.
Bruno Arpaia è nato nel 1957 a Ottaviano, in provincia di Napoli. Giornalista, consulente editoriale e traduttore di letteratura spagnola e latinoamericana, ha pubblicato diversi romanzi che hanno ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio Hammet Italia 1997 per Tempo perso; Premio Selezione Campiello 2001 e Premio Alassio Centolibri – Un’autore per l’Europa 2001 per L’angelo della storia; Premio Napoli e Premio Letterario Giovanni Comisso 2006 per Il passato davanti a noi. Ha pubblicato anche i romanzi I forestieri e Il futuro in punta di piedi.
Autore: Bruno Arpaia
Titolo: L’energia del vuoto
Editore: Guanda
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 16,50 euro
Pagine: 266
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