Le vicende giudiziarie sono difficili da comprendere e soprattutto da far comprendere. Un evento dirompente come l’esplosione di sette chili di tritolo può far nascere un’infinità di trame e coinvolgere centinaia di persone, la realtà può mutare con ogni nuova rivelazione e la verità viene seppellita sotto le macerie del tempo.
Quello che è successo il 12 dicembre del 1969 nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano è proprio questo. Un boato che ha scosso l’Italia per quattro decenni, segnandola in profondità. Raccontato dai disegni di Barilli e Fenoglio in “Piazza Fontana” (BeccoGiallo, 2009).
Il tempo passa e tutto si confonde. Piazza Fontana sta sparendo dalla memoria comune, relegata a QuelPostoDoveEraSuccessoQualcosa, il mitico luogo comune di tutte le storie dimenticate. Quasi nessuno oggi nota la targa commemorativa, così come quelle dei caduti della qualsivoglia guerra mondiale. La conclusione sarebbe un cinico lasciarla andare, smettere di parlarne e occuparsi di altro ma non è facile, e nemmeno tanto giusto. Per questo motivo, finché sarà possibile e qualcuno riuscirà a farlo, ogni parola spesa per ricordare quel tragico evento sarà da acclamare e supportare. Questa recensione cerca di fare proprio questo, vuole di mantenere un ricordo attraverso la divulgazione di un albo a fumetti dal titolo “Piazza Fontana”, edito da Becco Giallo, disegni di Matteo Fenoglio e testi di Francesco Barilli. Bene, parliamone.
Disegni e testi, come ormai d’abitudine per le pubblicazioni Becco Giallo, sono funzionali al racconto giornalistico e hanno come primo obiettivo la trasmissione delle informazioni al lettore. Questo non significa che la parte grafica passi in secondo piano, quanto piuttosto il contrario. I disegni di Fenoglio sono curatissimi sia nel tratto che nella fedeltà ai soggetti, ma non rubano mai spazio ai contenuti del fumetto, sempre in primo piano. Lo stile di Fenoglio è ben definito e trasporta con facilità nella lettura. Milano viene ricreata con dovizia di particolari, sia quella di oggi che quella del 1969, ma tutto sembra immobile, come una lunga sequenza di fotogrammi. Il disegno non lascia spazio a movimenti, propone piuttosto delle suggestioni e ricostruisce, istante per istante, quello che è successo tanti anni fa.
Nei testi, invece, Barilli si è fatto aiutare da uno bravo: Pasolini. Non che abbia copiato nulla, ma la scelta di aprire e chiudere con i suoi versi regala pregio e serietà all’opera. Le parole di Berilli sono tutte quelle in mezzo, utilizzate solo nei momenti giusti per dare un’emozione in più o per riportare al lettore le parole dei testimoni. In appendice al volume troviamo anche una selezione di documenti per capire meglio quel giorno a piazza Fontana, scelta necessaria vista la portata dell’evento.
Il merito più grande di questo “Piazza Fontana” è la chiarezza del risultato finale, centonovanta pagine di misteri, verità nascoste, storia italiana, dolore e rabbia, tutto espresso con grande chiarezza e onestà, caratteristiche che da anni non si riescono ad associare a quella strage. Bisognerebbe togliere questo fumetto dalle librerie e portarlo in tutte le scuole, farlo leggere a politici vecchi e nuovi, inserirlo nelle guide turistiche di Milano. Per il momento speriamo solo che venga letto da più gente possibile, chi ha una coscienza ne sarà grato.
Autori: Francesco Barilli e Matteo Fenoglio
Titolo: Piazza Fontana
Editore: BeccoGiallo
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 16 euro
Pagine: 192